I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un’associazione per delinquere dedita all’organizzazione di truffe ai danni di istituti di credito e ignari cittadini mediante fittizie compravendite immobiliari e illecite richieste di finanziamento.
Le indagini, dirette dalla Procura capitolina e svolte congiuntamente dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza e dal Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma, sono scaturite dalle denunce presentate da proprietari di immobili, casualmente venuti a conoscenza della vendita (a loro insaputa) delle rispettive proprietà, da direttori di varie banche, allarmati dagli insoluti delle rate di rimborso dei prestiti erogati, nonché da alcuni notai, accortisi di anomalie nella documentazione prodotta per la stipula degli atti.
Cambiavano gli enti creditizi ma il modus operandi era sempre lo stesso: dopo l’individuazione di immobili realmente in vendita a Roma, i membri della gang ingaggiavano “figuranti” che, muniti di documenti falsi – riconducibili a persone realmente esistenti ma ignare dell’accaduto – stipulavano “regolari” contratti di compravendita dinanzi a notai, anch’essi all’oscuro dell’attività criminosa, e conseguenti atti di concessione di mutui. Ottenuto l’accredito della somma su un conto corrente acceso a nome del “finto” venditore, il denaro veniva prelevato pochi giorni dopo l’atto di vendita. La documentazione fittizia, relativa anche a buste paga, era inoltre utilizzata per la richiesta di prestiti personali, allo scopo di appropriarsi illecitamente delle somme.
Gli investigatori hanno ricostruito diverse illecite transazioni, relative al periodo 2014-2016, per un ammontare complessivo di oltre 650mila euro, cui si aggiungono un episodio riferito a un mutuo del valore di 150mila euro in cui due “figuranti” sono stati arrestati in flagranza (a dicembre 2015) e due casi riguardanti prestiti personali richiesti per un totale di oltre 45mila euro, la cui erogazione non è andata a buon fine per cause indipendenti dalla volontà degli indagati. Nell’associazione criminale – come evidenziato dal giudice per le indagini preliminari – “ciascuno degli indagati ricopre un ruolo a seconda delle diverse esigenze del caso”: ai due promotori e istigatori, Pietro Vecchiarelli, 50 anni, nato ad Agnone (Isernia) ed Emanuela Cerasa, 51 anni, nata a Roma (entrambi colpiti da misura di custodia cautelare in carcere), si affiancano altri “organizzatori” con il compito di procurare i documenti falsi, individuare gli immobili e vagliare l’idoneità dei “figuranti”, impiegati per la perpetrazione di una o più truffe.
Destinatari del provvedimento sono, oltre a Vecchiarelli e Cerasa, altri otto indagati: Tiziana Napoleoni, 54 anni; Valentina Silvestri, 32; Fabio Massetti, 47; Mauro D’Obici, 47; Manuela Accardo, 45; Maurizio Maccari, 74, tutti romani; Umberto Buonincontro, 42, originario di Milano; Giuseppe Carlostella, 75, di Mazzara del Vallo (Trapani). Tutti sono finiti in carcere, fatta eccezione per Maccari, assegnato ai domiciliari. Figura chiave dell’organizzazione era il Carlostella, alias “Zibibbo”, secondo gli investigatori molto noto negli ambienti delinquenziali della Capitale come “persona dedita alla fabbricazione e/o fornitura di documenti falsi”.
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