Un sodalizio criminale in grado di immettere sul mercato locale quantitativi di circa 500 grammi di cocaina e circa 200 grammi di eroina alla settimana, per un valore stimato pari a circa 70mila euro settimanali. Questo per circa 4 mesi, ovvero per oltre un milione di euro. E’ quella sgominata dalla Guardia di Finanza di Ascoli Piceno al culmine della maxi indagine “Biancaneve 2017”, diretta dalla procura di Fermo (procuratore Domenico Seccia e pm Alessandro Piscitelli), che oggi ha portato all’esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare.
L’indagine iniziò nel gennaio 2017 quando L.G., 31enne napoletano residente a Pedaso (Fermo), fu trovato in possesso di un consistente quantitativo di sostanze stupefacenti (154 grammi di cocaina) e di sostanze “da taglio” (circa 550 grammi). Un intervento apparentemente interessante il solo settore dei traffici illeciti delle sostanze stupefacenti, poi invece rivelatosi di più ampio interesse investigativo per effetto del materiale rinvenuto nel contesto della perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione dell’uomo, vale a dire, in particolare, una pistola calibro 6,35 “Zastava” di fabbricazione serba con matricola abrasa munita di caricatore già inserito contenente 5 proiettili, altri 178 proiettili (suddivisi tra calibro 22 e calibro 6,35), banconote contraffatte per 2mila euro, 900 euro in contanti, proventi dell’attività di spaccio ed altri quantitativi di sostanze stupefacenti (10 grammi di cocaina e 37 di marijuana, oltre a un altro etto di sostanze da taglio e tre bilancini di precisione).
L’impulso fornito alle indagini determinò il mese successivo l’arresto di altre tre persone, fermate nei pressi di Spinetoli (Ascoli), trovate in possesso di 110 grammi di eroina pura, un quantitativo che, una volta confezionato in dosi, avrebbe fruttato circa 15mila euro, 1.700 euro in contanti, proventi di attività di spaccio e un bilancino di precisione; in carcere erano finiti il trentenne cuprense D.S.M. e i tunisini M.H. e C.S., rispettivamente di 30 e di 25 anni, domiciliati a San Benedetto del Tronto il primo e a Spinetoli il secondo.
A distanza di pochi giorni, le Fiamme Gialle individuarono collegamenti con altre quattro persone, tre elpidiensi (B.C., M.M. e M.D., tutti poco più che ventenni) ed un rumeno (R.M. di 29 anni), nel frattempo denunciati a piede libero all’autorità giudiziaria di Fermo per la detenzione di un cospicuo quantitativo di sostanze stupefacenti (30 grammi tra cocaina, hashish e marijuana), rinvenuto in occasione di una perquisizione effettuata all’interno di un circolo di Porto Sant’Elpidio (Fermo); un altro soggetto, G.F, 46enne di Venarotta (Ascoli), si aggiungerà alla “lista” a breve distanza di tempo per il possesso di un piccolo quantitativo di eroina (poco meno di 6 grammi). Episodi di spaccio, questi ultimi, individuati e necessari per andare oltre, tessendo le tela per una ricostruzione il più attendibile possibile di una ramificazione della rete di spaccio di sostanze stupefacenti che interessava a macchia di leopardo tutta la costa picena, da San Benedetto del Tronto a Porto Sant’Elpidio.
Si arrivò così, a fine marzo 2017, all’arresto di un altro soggetto, il 45enne S.M., nativo di Torremaggiore (Foggia) e residente a Porto Sant’Elpidio, condotto nel carcere di Fermo in relazione alla detenzione di circa 56 grammi di cocaina, piccola parte di questa appena ceduta al quarantacinquenne R.A., di Montegranaro (Fermo), denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria; ai primi di aprile 2017, poi, il sequestro di circa 11 grammi di cocaina e alla denuncia a piede libero del relativo detentore A.F., 34enne di Grottammare (Ascoli).
E’ nel mese di maggio 2017 che i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria delinearono un primo quadro probatorio del sodalizio criminale dedito allo spaccio e ai traffici illeciti delle sostanze stupefacenti operante nelle due province (Ascoli Piceno e Fermo), risultato composto da soggetti di nazionalità italiana, albanese e magrebina sparsi lungo tutta la dorsale costiera caratterizzati da un significativo spessore criminale e spregiudicatezza di condotte, una di queste determinante anche l’arresto in flagranza del reato di estorsione di G.L.C., 29enne romano residente a Campofilone (Fermo), al quale erano stati sequestrati 250 euro in contanti.
Oggi le nuove dieci ordinanze cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari deil Tribunale di Fermo, Maria Grazia Leopardi, in accoglimento della richiesta formulata dal procuratore Seccia e dal sostituto procuratore Piscitelli, titolari delle indagini. Nove persone sono finite in carcere: N.A., 47 anni, magrebina, domiciliata a Folignano (Ascoli); G.L.C., 29enne italiano di Cupra Marittima (Ascoli); D.E., 28enne italiano anch’egli di Cupra; L.S., 31 anni, e L.H., di 28, entrambi marocchini residenti a Campofilone (Fermo), K.E., 32 anni, residente a Porto San Giorgio (Fermo); e S.M., 36enne italiano di Sant’Elpidio a Mare (Fermo). Altri due arresti hanno riguardato L.G., il 31enne napoletano residente a Pedaso, già arrestato a gennaio 2017, e D.S.M., 32enne italiano residente a Cupra Marittima, entrambi già in carcere per effetto di analoghe attività delittuose.
Sequestrate anche 4 autovetture e due motocicli, del valore complessivo pari a circa 150mila euro, e compiute diverse perquisizioni con l’impiego delle unità cinofile antidroga appartenenti al comando provinciale e il supporto di un elicottero della sezione aerea di Pescara. Nel corso degli arresti e delle perquisizioni di questa mattina, ad ulteriore riscontro probatorio, sono stati rinvenuti e sequestrati altri quantitativi di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana), 4.285 euro in contanti proventi di spaccio, 9 smartphone, nonché una mazza da baseball in metallo.
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