Il dialetto napoletano possiede una grande validità ed una variegata possibilità di espressione, tanto che, è oramai acquisita la sua promozione a “lengua” vera e propria. Questo non solo perché ha parole idiomatiche corrispondenti a quelle in italiano ma soprattutto perché possiede termini suoi che non hanno gli equivalenti nella lingua nazionale.
Anche sulla scorta di questa osservazione, appare davvero indovinata la scelta della presidente Fidapa di Aversa, Maia Lucia D’Amore, di proporre all’attenzione generale la Divina Commedia di Dante, tradotta in “napolitano”, presentando “’A Divina Cummedia” a cura di Francesco Sepe.
Martedì 20 marzo, con inizio alle ore 17, all’Hotel del sole di Aversa, il critico letterario Pasquale Gerardo Santella illustrerà alcuni passi delle tre Cantiche dantesche alle “fidapine” ed ai loro ospiti.
Si tratta di attualizzare la scelta dei tanti letterati che, come Raffaele Mastriani, si sono posti l’intento “de fa scennere la cunuscenza de stu bellissimo libro a lu popolo vascio”. In questo modo, grazie alla “lengua napoletana”, più che alle “chiacchiere di tutte li cummendature”, Dante diventa accessibile a tutti, perché è “sbrugliato, schiaruto, arredutto in prosa”.