Gabriella Ronza crea la saga fantasy di “Aeterna”: “La macchia nel sangue” primo capitolo

di Redazione

Ha visto, finalmente, la luce il romanzo di esordio della nostra Gabriella Ronza, penna di Pupia da almeno tre anni, con la casa editrice veronese Betelgeuse. Laureata in Lettere moderne alla Federico II di Napoli, innamorata della scrittura (sia creativa che giornalistica) fin da piccola, la giovane scrittrice aversana comincia a pensare al progetto di un romanzo all’età di 14 anni, ma, ritenendosi troppo piccola e inesperta per realizzarlo, accantona l’idea, fin quando nel 2012 arriva l’ispirazione per la saga fantasy di Aeterna e, in particolare, per il primo volume, “La macchia nel sangue”. Lo conclude all’età di 18 anni per poi revisionarlo, grazie anche al supporto di alcuni amici, fino all’età di 21. Descrive il suo libro come un epic fantasy atipico in cui gli eroi detestano essere tali e non accettano il proprio destino, anzi combattano contro di esso, dubitando e interrogando la natura e se stessi.

“Cos’è davvero il bene?”. E’, forse, questo l’interrogativo principale che aleggia su tutta la saga di Aeterna. E ancora: “Soprattutto, se imposto dall’alto, il bene dell’umanità può coincidere con la felicità del singolo o una delle due parti deve cedere all’altra?”.

Hai detto che l’ispirazione per Aeterna può essere datata nel 2012. C’è stato qualcosa in particolare che ti ha spinto verso questa creazione? In realtà, credo che Aeterna fosse sempre esistita nella mia mente, almeno a livello inconscio. Determinati concetti, come l’interesse per i quattro elementi che compongono il cosmo (acqua, aria, fuoco e terra) o gli interrogativi sulla natura del bene e del male o l’idea dell’amore come una “maledizione” più che una “benedizione” sono sempre stati concetti facenti parte del mio stesso essere. Nel 2012, semplicemente, tutte queste idee si sono incontrate (o scontrate, che dir si voglia) e ne è sorto un grande ‘Big Bang’ che ha portato alla creazione del mondo fantastico in cui si svolgono le vicende narrate nel primo romanzo e in quelli che seguiranno.

C’è stato qualcuno, in particolare, che ti ha sostenuto? Molti mi hanno sostenuta, in questi anni, la mia famiglia, i miei amici, il mio fidanzato, ma c’è stata una persona, in particolare, che è stato il mio vero compagno di viaggio e che ha creduto in questo progetto, spesso più di quanto ci credessi io. Si tratta del mio migliore amico Francesco Lisbona, un brillante poeta e studente di medicina, appassionato di linguistica, letteratura e arte. È stato il mio correttore di bozze, il mio agente e colui che si occuperà della parte linguistica, in particolare grafematica, del mondo fantastico di mia creazione. Grazie a lui, ho conosciuto il mio gentilissimo consulente marketing, il dottor Andrea De Matthaeis, e l’artista che sta realizzando la copertina del primo volume, il talentuoso Alessandro Fantera.

E’ un epic fantasy, tratta dei quattro elementi. Ma puoi darci qualche dettaglio in più? Le vicende si svolgono in un luogo definito ‘Antico Continente’, costituito da cinque stati, quattro a regime monarchico (Rogus, regno del fuoco; Kora, regno della terra; Marinia, regno dell’acqua e Arha, regno dell’aria) e uno a regime repubblicano (Magna, la nazione che ospita dominatori di elementi diversi senza alcun pregiudizio). Tra il Nord (Rogus e Kora) e il Sud (Marinia e Arha) di questo continente non scorre affatto buon sangue, il razzismo è uno dei temi portanti del romanzo. I protagonisti della vicenda sono Hiriel Erato, l’erede al trono di Marinia, e Heric Aries, l’erede al trono di Rogus, i quali debbono interagire, pur odiandosi, nell’Accademia di Magna, luogo in cui gli aristocratici di tutti i regni affrontano un percorso di studi della durata di tre anni, che dovrebbe portarti al corretto utilizzo dell’elemento di appartenenza: i personaggi dei miei libri vengono definiti “dominatori di uno specifico elemento” (per intenderci, ci sono i “dominatori del fuoco”, i “dominatori dell’acqua”, etc). Tuttavia, Heric e Hiriel si erano già incontrati, a otto anni, ad una cena ufficiale con le proprie famiglie per questioni diplomatiche. Proprio in quell’occasione avevano vissuto una strana e misteriosa avventura insieme che segnerà tutta la loro esistenza.

E loro sono coloro che vivono questo “amore come maledizione”? Sì, ma non solo. In realtà, la storia di Aeterna comincia mille anni prima della cena ufficiale a cui partecipano i piccoli Heric e Hiriel. Qualcuno mi ha detto: “Ah, quindi, il tuo romanzo parla di una storia d’amore osteggiata da altri”. Io ho risposto: “No, ma desidero che questa idea venga ampliata verso una direzione diversa. E se la storia d’amore fosse osteggiata dagli amanti stessi? In pratica, se sono coloro che amano a non voler amare? Cosa accadrebbe? I veri nemici dei miei personaggi sono dentro di loro. Ad ogni modo, non c’è solo questa visione dell’amore nel mio romanzo, c’è anche l’amore non corrisposto, l’amore materno/paterno, l’amore filiale. L’amore è una tematica centrale, ma ho cercato, con tutta me stessa, di non affrontarla in modo stereotipato, non so se ci sono riuscita. Il giudizio dei lettori sarà fondamentale, sono sempre propensa al miglioramento della mia scrittura. Ci sono volte in cui odio ciò che scrivo, anche se l’ho messo su carta il giorno prima”.

Hai parlato di Nord e Sud, cosa ti ha ispirato? La situazione italiana o quella globale? In parte sì. Il punto centrale è che è la diversità propria dell’Antico Continente la sua vera ricchezza, ma di ciò i personaggi non si rendono conto. È, comunque, un odio a cui si cerca sempre una giustificazione, una giustificazione che, in realtà, ha senso solo nella mente degli accusatori: molti settentrionali, infatti, criticano l’economia galoppante del Sud, senza però considerare tutto il resto. È sempre una questione economica: dove c’è odio c’è, nella maggior parte dei casi, sempre una questione di soldi. Tuttavia, il Nord e il Sud del Continente di Aeterna non corrispondono esattamente al Nord e Sud del nostro mondo. Qui, ad esempio, i conservatori e tradizionalisti sono i settentrionali, mentre i meridionali sono aperti e progressisti. Ci tengo a precisare che non è mai una divisione tra buoni e cattivi. Anche se i meridionali dell’Antico Continente possono risultare le ‘vittime’ di questo odio, assolutamente deplorevole, non significa che siano del tutto esenti da colpe. Ciò non vale per gli altri stigmatizzati del libro, i cosiddetti “senza dono”, coloro che non possono manovrare alcun elemento. Loro sono davvero ‘vittime inermi’.

C’è un personaggio di cui ti è piaciuto particolarmente scrivere? Ho amato scrivere le scene più comiche del romanzo, in cui i protagonisti erano quasi sempre Aralia, una korana, amica di Hiriel, a tratti svampita, un po’ pettegola e sempre entusiasta e Heric con il suo cinismo irriverente.  Il tuo libro potrà essere acquistato in libreria? Sì, certo, a metà aprile sarà presente in qualsiasi libreria fisica o online.

Per ora, è in prevendita scontato, 10 euro anziché 14, sul sito della casa editrice: clicca qui per acquistarlo

SOTTO UN VIDEO DI PRESENTAZIONE

https://www.facebook.com/gabriella.ronza/videos/1758030714219239/

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