Aversa – «L’amministrazione De Cristofaro non paga l’acqua e non la fa pagare, i debiti non si onorano ed aumentano, l’esternalizzazione delle entrate comunali è al palo perché la procedura è sbagliata e non è stata portata in consiglio». Ad evidenziare le allegre finanze del Comune di Aversa è il consigliere comunale del Partito Democratico Alfonso Golia che ricorda come per una sentenza del 2015 del tribunale di Santa Maria Capua Vetere non pagata il Comune di Aversa si è visto condannare per ben due volte dal Tar Campania con un aggravio più che triplicato. «È davvero il colmo sprecare in questa maniera i soldi dei cittadini», commenta Golia che chiede, poi, lumi al sindaco e all’assessore al ramo in merito alla strana vicenda dell’accordo con la società della Regione, l’Acqua Campania Spa.
L’esponente democratico ricorda che il comune si era visto notificare un decreto ingiuntivo per poco meno di due milioni e mezzo di euro. Decreto che la giunta normanna aveva deciso di produrre opposizione con tanto di delibera con la quale si procedeva alla nomina del difensore impegnando circa mille euro per le spese legali. Nello specifico, il debito è maturato in seguito al mancato pagamento del servizio della fornitura idropotabile per il periodo dal primo trimestre 2016 al terzo trimestre 2017 per un importo complessivo di 2.224.518 euro. Esattamente sedici giorni dopo, la stessa amministrazione ha sottoscritto un atto di riconoscimento del debito nei confronti di Acqua Campania impegnandosi al pagamento dilazionato della somma in questione in 12 rate mensili per tutto il 2018.
«Tali somme, che si dovranno aggiungere ai pagamenti delle fatture per i trimestri dell’anno in corso, – evidenzia il consigliere di opposizione – graveranno pesantemente sul Bilancio preventivo non ancora approvato. Con una Determina Dirigenziale di fine 2017 non solo si prendeva atto del riconoscimento del debito ma si impegnava le somme per il pagamento della prima rata. Determina nella quale l’atto in questione viene prima nominato “Convenzione” e successivamente “Atto di regolazione”. Insomma, un minimo di confusione, per cui Golia chiede all’amministrazione «di chiarire con una relazione scritta tutti aspetti legati alla vicenda ed in particolare: perché le fatture del servizio per la fornitura idropotabile erogato da Acqua Campania per il periodo dal primo trimestre 2016 al terzo trimestre 2017 non sono state pagate regolarmente; se le somme relative al 2016 sono state impegnate nel Bilancio di riferimento».
Perplessità anche in merito al repentino cambiamento di idea sull’opposizione al decreto ingiuntivo. «Perché dopo solo 15 giorni – chiede, infatti, Golia – dalla decisione della Giunta di resistere avverso il decreto ingiuntivo l’Amministrazione decide di sottoscrivere atto di riconoscimento del debito? Perché il dirigente, senza indirizzo politico, sottoscrive un atto con il quale si impegnano somme che dovevano essere pagate nel 2016? Perché il Consiglio comunale e i Revisori dei Conti non sono stati informati ufficialmente del debito all’atto dell’approvazione del Bilancio preventivo e del Consuntivo 2017?».
Insomma, domande pertinenti alle quali dall’amministrazione rispondono, ancora una volta, gettando la croce sui dirigenti comunali. In particolare, affermano: «Le rate in questione del 2016 erano parte di un accordo che andava avanti da tempo, essendo frutto di una precedente transazione con Eni Acque stipulata all’epoca dell’amministrazione Ciaramella. Le somme necessarie erano postate in bilancio, ma per tutto il 2016 e buona parte del 2017 la burocrazia comunale ha ‘semplicemente’ dimenticato di pagare queste rate». A questo punto sorge spontanea un’altra domanda? Cosa faceva l’organo di controllo?