Aversa – Le ultime elezioni politiche ci consegnano la foto di un’Italia in cerca di aiuto, in cerca di riferimenti. I risultati sono talmente preponderanti e netti da invitare chi fa della politica da sempre una propria missione ad una forte riflessione su come si è sempre agito e su come occorrerà agire per dare agli Italiani le risposte che cercano e, soprattutto, intercettare le domande per le quali realmente esigono risposte. E’ proprio per la natura così socialmente diffusa di tali risultati che è complicato e pericoloso trasporli da una scala nazionale di valutazione ad una scala locale.
Certo, se ci si vuole barcamenare in questo esercizio, probabilmente futile per i motivi citati sopra, non si può prescindere dalla consistenza delle rappresentanze locali dei partiti che hanno concorso per le elezioni politiche. E’ difficile, ad esempio, comprendere come sia possibile che la principale forza politica del governo cittadino, Forza Italia, che esprime 11 consiglieri comunali e che dovrebbe rappresentare le istanze della maggioranza della cittadinanza, raccolga alla Camera il 17,76% dei consensi e al Senato poco più del 18% appannaggio di un Movimento 5 Stelle che, al contrario, pur avendo solo sfiorato il 10% alle passate elezioni amministrative, ha rotto il muro del 50% di preferenze a questa tornata elettorale per il governo del Paese.
Eppure, c’è chi tra le forze politiche locali non coglie questo messaggio contrastante e al tempo stesso allarmante. Se Atene piange, Sparta di certo non può ridere. Parlare di eccellente risultato mi sembra a dir poco fantasioso e surreale, mi riferisco all’intervento del presidente e del coordinatore di Forza Italia Aversa, Galluccio e De Cristofaro. Con 11 consiglieri comunali raggiungere a malapena il 18% penso in tutta onestà non si tratti di una vittoria. Anzi, io la definirei una sconfitta sonora almeno quanto la nostra del Pd, se non peggiore. Colgo l’occasione, invece, per fare un grosso in bocca al lupo all’amico Nicola Grimaldi, eletto coi 5 Stelle, augurandomi che non tagli il cordone ombelicale con la sua terra e che sappia essere efficiente veicolo per le istanze del territorio.
Dal canto nostro, il 13% raggiunto è in linea con l’attuale media provinciale. Non è certo questo, ad ogni modo, per noi un motivo di festeggiamenti. Al contrario, ritengo che sia il momento e la condizione giusta, leccateci le ferite, per ripartire lungo una direttrice più moderna e più contemporanea. Convocherò a brevissimo un’assemblea per gli iscritti e per gli organi dirigenti per fare una seria analisi del voto e analizzare gli errori commessi, laddove ce ne siano stati. E’ ora il momento di mettere al bando i personalismi e l’esigenza di protagonismo e di convergere nella costruzione di un Pd, già dalla realtà locale, che sia vicino alle persone, che codifichi e ottimizzi i flussi di comunicazione con l’elettorato e, prima ancora, con la società civile tutta.
Il governo Renzi prima e il governo Gentiloni poi hanno adottato misure e fatto riforme importantissime per l’Italia, eppure il Paese non le ha riconosciute: è evidente che dobbiamo concentrarci su questo aspetto. Il Pd deve tornare ad essere il porto sicuro per tutti coloro che credono in una crescita sostenibile del nostro Paese, a braccetto con l’Europa; per tutti coloro che credono in un processo di integrazione delle culture costruttivo e sicuro; per tutti coloro che credono nel lavoro come mezzo per nobilitare il proprio spirito e per garantire ai figli un mondo migliore di quello che vivono; per tutti coloro che credono nella solidarietà e non nell’assistenzialismo.
Francesco Gatto, segretario del Partito Democratico di Aversa