Si è tenuto, in mattinata, nell’aula magna dell’Its “Andreozzi” di Aversa, il convegno su un tema attuale e scottante dal titolo “Cyberbullismo e Dipendenze” riguardante il fenomeno, assai diffuso, del bullismo in rete e delle sue, spesso, drammatiche conseguenze per i giovani. I relatori invitati, l’ispettore capo Raffaele Persico e l’assistente capo Francesco Gatta della Polizia di Stato di Aversa, hanno incontrato studenti e docenti, illustrando, ampiamente, caratteristiche e risultati della loro costante attività in difesa degli indifesi.
Introdotto dalla dirigente, professoressa Maria Gallo, che ha posto l’accento sulla necessità di realizzare tali iniziative, capaci di rendere i ragazzi consapevoli dei pericoli corsi frequentando i social network maggiormente noti, e anche meno conosciuti, Persico ha relazionato con passione, creando, da subito, un clima di innegabile sensibilizzazione. Ha parlato del suo settore di indagine, basato, principalmente, sulle violenze di genere, che, da tempo ormai, lo conduce in molte istituzioni scolastiche del territorio.
La stretta connessione tra consapevolezza nel mondo della scuola e attività di divulgazione da parte delle forze dell’ordine è, senza dubbio, un punto di partenza per scongiurare inevitabili tragiche conseguenze come accaduto, appunto, alla povera Amanda Todd. A tal proposito, l’esperto informatico Gatta ha fatto proiettare un video del 2012, che vede protagonista la giovanissima Amanda spinta a togliersi la vita poiché sottoposta a soprusi, dapprima, virtuali e, poi, fisici ai quali non ha avuto la forza di reagire, la cui triste vicenda ha, anche, ispirato la serie tv “Le 13 ragioni di Hannah Baker”. La commozione è stata palese al termine delle immagini trasmesse e ha, soprattutto, dato origine a un efficace brainstorming, che ha molto coinvolto gli studenti. Parola d’ordine, risultato appunto dell’attività svolta, è stata un deciso “No” all’isolamento e un invito a prevenire l’inevitabile, parlando, confrontandosi, confidandosi, denunciando l’abuso per superare lo stato di profondo senso d’abbandono nel quale scaraventa, normalmente, qualsiasi atto di aggressione bullistica.
Un altro aspetto analizzato è stato quello del cosiddetto “grooming”, ovvero l’adescamento in rete operato da persone adulte nei confronti di minori, la cui attenzione viene catalizzata dalle immagini di un profilo, sapientemente manipolato, che propone foto dall’aspetto giovanile, se non adolescenziale, del tutto differenti dall’effettiva realtà. Un altro dei tanti rischi, che gravano sulle esistenze precarie della generazione dei cosiddetti “nativi digitali”. Chiamati, direttamente, a commentare l’utilissimo dibattito, alcuni allievi, a nome dei loro compagni, hanno ringraziato per la proposta di discussione, considerandola essenziale momento costitutivo di un percorso di crescita, che li vedrà sempre più impegnati, per sé stessi e gli altri, al fine di scongiurare il dilagare di fenomeni tanto ingiusti quanto deprecabili.
Il vicepreside, professor Giuseppe Mattiello, ha terminato i lavori ricordando che il convegno, fortemente voluto dalla dirigenza, dal corpo docente e non docente e dagli studenti, rappresenta il miglior epilogo possibile di un’intera settimana in cui i ragazzi dell’Andreozzi hanno avuto la possibilità di svolgere attività alternative alla tradizionale didattica, distinguendosi per spirito d’intrapresa e rispetto delle regole.
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