Aversa, Mariniello: “Gli incapaci continuano a danneggiare l’ex Maddalena”

di Redazione

«Mentre si conclude l’ennesima sceneggiata elettorale i miopi e gli incapaci ai posti di gestione della cosa pubblica continuano a danneggiare un complesso dalle notevoli potenzialità: l’ex manicomio civile Santa Maria Maddalena di Aversa». A parlare, evidenziando un’assurdità che, forse, non ha precedenti tenuto conto del delitto commesso quotidianamente nel lasciare in abbandono un patrimonio inestimabile, Gennaro Mariniello, medico aversano, ma soprattutto responsabile di Campania Plus, associazione che ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita nella Regione, in primo luogo ad Aversa e nell’Agro Aversano.

«Quello che proponemmo un quarto di secolo fa – continua Mariniello – è ancora valido: un orto botanico, un campus universitario o di ricerca, un conservatorio musicale, un polo museale multimediale, una Casa delle Associazioni Territoriali e ancora tanto altro considerata l’estensione e le potenzialità di quest’area che, territorialmente, rientra nelle competenze di ben tre comuni (Aversa, Lusciano e Trentola Ducenta)». «Ma per fare ciò – evidenzia Mariniello – occorrono persone oneste, competenti e lungimiranti ai posti di potere pubblico. Queste sono mancate ad Aversa ed al suo territorio. Ancora di recente, come Campania Plus, abbiamo rinnovato l’invito a potenziare il verde cittadino, creando nei tanti spazi disponibili ed abbandonati della Maddalena giardini e serre, demandandone l’attuazione e la manutenzione alle Associazioni e alle Scuole».

Proposte come tante altre rimaste lettera morta per mancanza di volontà politica, perché, soprattutto, come spiega ancora il medico aversano: «Purtroppo, siamo alle tragicomiche con le due proprietà pubbliche (Regione Campania proprietaria del tutto attraverso l’Asl di Caserta ad eccezione del padiglione ‘Leonardo Bianchi’ che  di proprietà del Comune di Aversa che, dopo averlo pagato un milione di euro lo ha praticamente abbandonato a se stesso, ndr.) che non si parlano né si raccordano. Al di sopra di questi due proprietari, pro-tempore ed incapaci, ve ne è uno solo: la Comunità. Essa è lasciata fuori perché gli intrallazzi e gli scambi tra compari sono più importanti del benessere e della rinascita generale».

Sin qui la denunzia di Campania Plus, alla quale non si può non aggiungere che non si riesce a spiegare perché la Regione Campania non riesca a valorizzare ed utilizzare un bene immobile immenso e dal valore inestimabile giungendo a pagare somme milionarie per affitti di uffici in tutta la provincia. Un immobile che venti anni or sono, quando si doveva decidere quale dovesse essere la sede del futuro Policlinico dell’allora Seconda Università degli Studi di Napoli, a causa del campanilismo dei politici di Caserta, nonostante le indicazioni dei parlamentari aversani, tra cui il compianto Tiberio Cecere, si decise di puntare sul nulla (che ancora è sotto gli occhi di tutti) a fronte di una struttura (all’epoca) praticamente già pronta e funzionale.

All’interno della struttura di quello che fu «La Reale Casa de’ Matti del Regno di Napoli», voluta da Gioacchino Murat, insiste anche un antico complesso conventuale, intitolato, appunto, alla Maddalena, con una Chiesa e un chiostro di pregevole fattura, quasi irrimediabilmente perduto. Un recupero lo stanno tentando le associazioni cittadine e alcuni collettivi riuniti sotto la significativa sigla «Salviamo la Maddalena».

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