Aversa, parchi pubblici allo sbando

di Nicola Rosselli

La sensazione di degrado è latente e non fa, certamente, pensare che si tratta di un’opera che ha meno di due anni. Le panchine sono assolutamente insufficienti. Il caos regna sovrano con l’assenza totale di un minimo di guardiania. Tutto è affidato a fantomatici volontari che non si è capito da chi siano coordinati. Il Parco Pozzi va in malora, in attesa che qualcuno si degni di rispondere ad un bando per la gestione del servizio di buvette e di guardiania a prezzi esorbitanti che non sembrano allettare gli imprenditori locali.

Per ultimo, ma non ultimo, il problema della gestione del parcheggio. Questo settore, quello di via Gaetano Andreozzi, in alcuni momenti della giornata, è completamente in mano a parcheggiatori abusivi provenienti dai paesi dell’Est che taglieggiano i malcapitati autisti e spesso danneggiano le vetture di chi si rifiuta di pagarli. Insomma, quello che doveva essere un fiore all’occhiello, ad oggi, dopo aver speso poco meno di tre milioni di euro, senza voler dare la colpa ad alcuno, si è trasformato in una piccola vergogna.

Non migliora la situazione del verde pubblico se guardiamo lo stato degli altri due parchi urbani: il parco intitolato al regista Ninì Grassia e quello che porta il nome del maestro e compositore Antonio Balsamo. Entrambi i parchi, costati mezzo milione di euro di finanziamenti comunitari, sono oramai chiusi da mesi con una motivazione da lasciare sgomenti: l’amministrazione comunale non riesce a garantirne l’ordinaria manutenzione e custodia, tanto che entrambi i parchi sono stati più volte vandalizzati e depredati di tutto quanto poteva essere portato via, dai quadri elettrici agli igienici. Ora fanno bella mostra di sé come simbolo della sconfitta del pubblico.

 

 

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