Aversa – Riprendiamoci l’ex carcere mandamentale di via Saporito trasformato in “Casa dello Studente”. Inaugurata il 25 maggio 2007 era pronta all’uso da quello stesso giorno come affermò l’allora sindaco Mimmo Ciaramella consegnandola all’Adisu perché fosse occupata da subito dai fuori sede. In realtà, anche se Ciaramella scherzosamente disse che la consegnava all’ente universitario “chiavi in mano” la struttura rimase chiusa quattro anni proprio per la mancata consegna delle chiavi, come scoprì Luca Abete con un servizio di Striscia la Notizia, andato in onda a gennaio 2011.
La “Casa dello Studente” realizzata dal Comune di Aversa, trasformando il carcere mandamentale di via Saporito, era costata circa 800mila euro e nei 14 mini appartamenti realizzati all’interno avrebbe potuto ospitare molti fuori sede da subito essendo pronta all’uso dal 25 maggio 2007. Mancando le chiavi, all’Adisu ovviamente non fu possibile usarla. Ma le cose non cambiarono neppure quando, grazie all’intervento di Abete, quelle chiavi furono trovate e consegnate. La Casa dello Studente restò chiusa per così tanto tempo che l’allora Sun – Seconda Università degli Studi di Napoli (oggi ribattezzata Università della Campania “Vanvitelli”), collegata all’Adisu, pubblicò un bando per appaltare un intervento di completamento, manutenzione straordinaria e adeguamento per un importo di 364mila euro, scaduto il 28 gennaio 2013. I lavori partirono a settembre 2015 con il posizionamento di impalcature e, apparentemente, furono completati nello stesso anno, dato che sparirono le impalcature. Ma ancora una volta la struttura restò chiusa, inutilizzata.
Oggi le condizioni dell’immobile richiederebbero un nuovo intervento di manutenzione che, probabilmente, non sarà effettuato dal momento che la Casa dello Studente è al centro di un’indagine della magistratura, la cosiddetta “The Queen”, per l’affidamento di quei lavori di “completamento, manutenzione straordinaria e adeguamento”.
La struttura, tuttavia, non è sotto sequestro e potrebbe essere usata dal Comune di Aversa che potrebbe e, forse, dovrebbe chiederne la restituzione, dal momento che l’Adisu, a cui è stata concessa in comodato d’uso gratuito, è venuta meno agli accordi, lasciandola inutilizzata da circa 11 anni. Non erano questi i patti tra Comune ed Adisu. Aversa non aveva bisogno di un “monumento all’inefficienza” ma di una struttura capace di offrire servizi ai cittadini, per questo l’aveva realizzata a sue spese e data “in prestito” a chi credeva potesse usarla utilmente.
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