Laura, Immacolata, Pamela, Jessica: sono i nomi delle ultime vittime di femmicidio. Sono 15 le donne uccise solo dall’inizio dell’anno, quasi sempre dai propri compagni, mariti, fidanzati. Nel 2017 sono state 121 le donne uccise, e la violenza almeno nella metà dei casi viene dai partner o ex.
In molti casi, alla furia di questi uomini e padri malati, assistono anche i figli, testimoni innocenti e indifesi di questa violenza: in Italia sono 1600 gli orfani di vittime di femminicidio negli ultimi 14 anni. E’ stata varata una legge apposita ma mancano i decreti attuativi.
Secondo Telefono Rosa sono due i punti sui quali bisogna intervenire rapidamente: il primo riguarda i tempi troppo lunghi che intercorrono tra la denuncia della vittima e i provvedimenti che ne conseguono per tutelarla. Il secondo riguarda la “rete” che deve fare quadrato intorno alla donna: polizia, carabinieri, associazioni a cui le donne si rivolgono, tribunali.
“Servono più centri Antiviolenza sul territorio e un cambio culturale” – dice l’avvocato penalista Rita Mone dell’Associazione D.I.R.E. (Donne in rete contro la violenza) – La donna ancora oggi spesso non viene creduta quando denuncia, e le denunce stesse spesso sono sottovalutate”.
Cosa deve fare una donna vittima di violenza? Chiamare il 1522