Oggi, 21 marzo, primo giorno di primavera, assegnato il “Premio Nazionale Don Diana – Per Amore del Mio Popolo”. Il premio, giunto alla settima edizione, è stato istituito dal Comitato Don Diana, Libera Caserta e dalla famiglia di don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso a Casal di Principe, il 19 marzo del 1994. Tre i meritevoli del riconoscimento.
Enzo Avitabile, sassofonista, compositore e cantautore. Sempre aperto a nuove contaminazioni e vincitore di due premi Tenco, due David di Donatello, due Nastri d’argento, un Globo d’oro e un Ciak d’oro, dal 1982 ad oggi ha inciso 17 album, macinato centinaia di concerti, scritto oltre 300 opere per quartetti, orchestre da camera e sinfoniche. “Perché la sua musica – si legge nella motivazione – sa ‘parlare’ e raccontare luoghi, storie e persone di realtà difficili. Una musica che sa dare voce agli ‘ultimi’, al dramma di una terra avvelenata dai rifiuti fino a quello di chi combatte una guerra impregnata di sacrificio per camminare a testa alta. Con la magia del suo sound e l’intensità delle parole, denuncia e canta la speranza, afferma la dignità ed il ‘coraggio di ogni giorno’, trasforma le periferie in centro del mondo, dove non esistono né muri né confini”.
Antonio Di Donna, vescovo di Acerra dal 2013, “perché – si legge nella motivazione – si è sempre battuto per un’operazione-verità sul dramma ambientale, chiedendo in tutte le sedi l’inizio delle bonifiche superando gli ostacoli burocratici che hanno bloccato per oltre venti anni il risanamento dell’ambiente ammalato. Preoccupato della salute dei terreni, dei bambini, delle donne e degli uomini si è adoperato per una attenzione reale sul problema inquinamento, preservando agricoltura ed economia sana. Perché per il Vescovo Di Donna è necessario parlare di vittime innocenti dell’inquinamento ambientale, in analogia alle vittime innocenti di mafia”.
Emergency è un’associazione no-profit fondata da Gino Strada a Milano nel 1994, che lavora con l’obiettivo di offrire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime di guerra, mine antiuomo e povertà. Ha curato 9 milioni di persone in tutto il mondo, un paziente ogni due minuti se consideriamo il periodo di 24 anni. “Perché sin dall’inizio – recita la motivazione – la sua campagna è stata impegnata sul fronte della pace, della solidarietà e del rispetto per i diritti umani. Non ha mai indietreggiato dinanzi alle difficoltà, istituendo progetti in 18 Paesi differenti, con la ristrutturazione di strutture sanitarie già esistenti e la costruzione di nuovi ospedali, centri chirurgici, centri di chirurgia cardiologica, centri di riabilitazione, centri pediatrici, cliniche e centri di maternità”.
MENZIONI SPECIALI – “Mettiamoci in gioco” è una campagna nazionale contro i rischi del gioco, coordinata da don Armando Zappolini e nata nel 2012 per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle reali conseguenze sociali, sanitarie ed economiche del gioco d’azzardo. “Perché ‘Mettiamoci in gioco’ – recita la motivazione – sta portando avanti una battaglia di legalità e di impegno civico per evitare che la platea dei giocatori si allarghi ancora, per salvare giovani, casalinghe, pensionati, disoccupati. La campagna voluta da don Zappolini sottolinea con forza e coraggio, l’importanza di non rassegnarsi e di continuare a chiedere il divieto di pubblicità, considerati gli interessi milionari in gioco, e la riduzione consistente dell’offerta di gioco”.
Marco Bartoletti, imprenditore fiorentino, è presidente e proprietario di un gruppo di otto aziende che fa capo alla BB Holding, società operante nel settore dell’alta moda dal 2000, dando lavoro a 250 persone in fabbrica e ad altre 300 sul territorio. Il 30 percento del suo personale sono persone in difficoltà. In prevalenza gli occupati sono donne, anche nei posti dirigenziali. “Perché per Bartoletti, il lavoro non è influenzato in negativo dalle persone in difficoltà ma quello che giova al prodotto è la sensibilità di chi lo fa. La sua impresa parla di fiuto per gli affari e di prossimità verso chi soffre, coniugando etica e bellezza, valori del profit con quelli del non profit mettendo al centro prima di tutto la persona”. “Quando qualcuno si ammala gli si fa cerchio intorno, non lo si manda via”, ha detto l’imprenditore fiorentino.
Franco Venturella, già Provveditore agli studi di Vicenza e presidente dell’associazione ‘Cittadini per la Costituzione’. “Perché con professionalità e spirito di servizio si è dedicato alla scuola avendo come l’obiettivo di educare i ragazzi e farne dei buoni cittadini”. Venturella continua a camminare in lungo ed in largo per insegnare con l’esempio e con la forza della parola i valori della dignità, etica e dovere. Si adopera per fare memoria delle vittime innocenti della criminalità, convinto che questo “significa assumerci l’impegno e la responsabilità di vivere da cittadini attivi per promuovere i valori costituzionali di giustizia, solidarietà, libertà e legalità, a partire dal nostro territorio con lo sguardo aperto all’Italia, all’Europa e al mondo”.
COSA E’ IL PREMIO – Il Premio, opera dell’artista Giusto Baldascino, consiste in una Vela versione in miniatura del monumento presente nel Parco cittadino di Casal di Principe dedicato a don Giuseppe Diana, verrà consegnato il 4 luglio a Casa Don Diana, nel giorno in cui don Diana avrebbe festeggiato il suo compleanno. Il Premio nazionale è assegnato a personalità che hanno saputo meglio incarnare, nel campo artistico, sociale, religioso, politico, economico, delle professioni, il messaggio di Don Diana contribuendo alla denuncia, alla resistenza e alla costruzione di comunità libere alternative alle mafie.