“Se rimaniamo ognuno sulle proprie posizioni non si va da nessuna parte. Io credo che ci potranno essere molte più convergenze di quel che si crede”. Così il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, tende la mano al Partito Democratico per la formazione di un governo insieme, dopo il fallimento del primo giro di consultazioni e le precedenti chiusure.
Dopo la chiusura del Centrodestra alla proposta di un accordo solo con la Lega, l’ex vicepresidente della Camera volge lo sguardo a sinistra e rivede le sue posizioni per il bene del paese: “Il governo si fa per risolvere i problemi concreti della gente e abbiamo il dovere di provarci partendo dalla situazione uscita dalle urne: forze politiche distanti, ma che devono trovare una sintesi su temi cruciali, portando ognuna le proprie soluzioni e proposte. Con chi troveremo le convergenze maggiori, lavoreremo”.
Un deciso ripensamento di posizione così motivato: “Io non sto rinnegando le nostre idee né le critiche che in più momenti abbiamo espresso anche aspramente nei confronti del Pd – spiega -, e che anche il Pd non ci ha risparmiato. Credo però che ora il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci obblighi tutti, nessuno escluso, a sotterrare l’ascia di guerra”. “Sediamo intorno a un tavolo, per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro”. Spiega di aver sentito Maurizio Martina “in occasione dell’elezione del presidente della Camera ed è sempre stato un confronto franco. Martina è una persona con cui si può parlare e spero che il Pd si sieda al tavolo”.
Quanto al suo veto su Forza Italia, afferma che “Berlusconi rappresenta il passato. Poteva cambiare l’Italia e non lo ha fatto”, “Salvini sta scegliendo la restaurazione invece della rivoluzione. Il segretario della Lega in questo modo sta chiudendo tutto il centrodestra nell’angolo. E rischia di condannarsi all’irrilevanza”.
“Chiederò a Berlusconi e Meloni di andare insieme alle consultazioni. L’unico governo possibile è quello insieme con il M5s”. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini il quale manda poi un messaggio anche a Di Maio: “No a un governo senza Forza Italia. Basta con i veti”. “Bisogna dialogare con i Cinque Stelle e chi dice di no sbaglia” aggiunge. A stretto giro la risposta di Silvio Berlusconi a Salvini: andremo uniti in delegazione al Quirinale. “Alle prossime consultazioni il centrodestra si presenterà unito con Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi”, scrive infatti il leader di Forza Italia in una nota, accogliendo la richiesta del Carroccio.
Salvini poi fa il punto sul post elezioni e precisa: “Il voto del 4 marzo ha premiato la coalizione di centrodestra e poi il M5s, quindi penso che un governo stabile, che faccia le riforme che gli italiani vogliono passi attraverso un dialogo tra il centrodestra che ha vinto e i Cinque stelle. Ogni veto, ogni no, ogni simpatia o antipatia è un ostacolo sulla via del governo del cambiamento”, ha spiegato.
Il centrodestra con il Pd è un’opzione percorribile per formare il nuovo governo? “No, il Pd – ha il leader della Lega – è stato bocciato e punito dagli italiani, Renzi e la Boschi hanno fatto negli ultimi anni l’esatto contrario di quello che voglio fare io nei prossimi anni. Quindi lo escludo”.
“Non c’è alcuna fronda in Forza Italia, se non quelle degli alberi che in primavera fioriscono, soprattutto in Liguria per il bene dei turisti e degli abitanti che se le godono. Il centrodestra è, e deve rimanere, compatto. Ha vinto le elezioni, gli spetta essere il perno centrale dell’eventuale governo”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi, commenta le indiscrezioni che lo descrivono a capo di una fronda “arancione” all’interno di Forza Italia pronta a sostenere dall’esterno un governo Salvini-Di Maio. “Certamente da parte mia che ho sempre lavorato per un centrodestra ancora più unito, per una federazione o un partito unico non ci sarà mai alcuna tentazione frondista. – ha sottolineato Toti – Se si può dare un contributo per una maggiore unità della coalizione senza annullare le culture diverse questo è l’unico sforzo che mi sento di fare”.