Aversa – Il Puc è il nervo scoperto, il collante che tiene insieme questa maggioranza arcobaleno che regge le sorti di Aversa, anche se non è ancora chiaro quali sono i fini ultimi. Nei giorni scorsi, il consigliere comunale Rosario Capasso, con suo referente l’assessore all’Urbanistica Gilda Emanuele, ha parlato di ‘sacco della città’ (leggi qui) da parte delle giunte di centrosinistra affermando che dal 1993 al 2001 erano state rilasciate ben 1241 concessioni edilizie o permessi a costruire che dir si voglia.
Insomma, il sacco della città per Capasso era stato fatto dal centrosinistra che ora vorrebbe il consumo di suolo zero (cosa che anche lo stesso Capasso ha più volte dichiarato pubblicamente di volere). Al consigliere comunale di ‘Campania Libera’ risponde l’esponente del Partito Democratico Alfonso Golia, che dichiara: “Vogliono amministrare la città a colpi di annunci e lo fanno con e grazie a chi ha cambiato bandiera. Capasso, il ‘trasformista’, si atteggia a ‘sindaco in pectore’ e non sa neanche distinguere le richieste di permessi a costruire con quelli effettivamente rilasciati. 1241 non sono le concessioni rilasciate ma quelle richieste. In questo numero, poi, non ci sono solo le richieste per nuove costruzioni ma anche, ad esempio le richieste per l’istallazione di nuove antenne”.
“Al trasformista Capasso – continua Golia, che era stato chiamato in causa anche perché per un breve lasso di tempo era stato sindaco il padre – ricordiamo che il 24 gennaio del 2001, quindi a praticamente un solo anno da quando la Provincia di Caserta respingeva il Prg vigente (redatto dal commissario ad acta Andrea Farinaro), facendo decadere di fatto le norme di salvaguardia, la giunta Golia adottava il Prg attualmente vigente”. “A Capasso, che forse era distratto, sfugge – continua l’esponente democratico – che dalla comunicazione della Provincia al primo Consiglio comunale che diede nuovo inizio all’iter per l’adozione del Prg passò un solo mese. Il 19 gennaio 2000 ci fu la notifica al comune da parte della provincia e il 25 febbraio dello stesso anno il primo consiglio comunale”.
In precedenza, la normativa vigente faceva riferimento al vecchio piano di fabbricazione, quello degli anni 70, “che ha permesso – continua Golia – il rilascio delle concessioni che sono un numero ben lontano da quello sbandierato sulla stampa. In edilizia, ricordo, non c’è discrezionalità, Capasso dovrebbe saperlo o comunque potrebbe farselo spiegare dal suo assessore o dai suoi ‘colonnelli’ sindaco e vicesindaco. Un anno per bloccare il vuoto normativo con l’adozione del Prg è un risultato straordinario a fronte degli anni e anni in cui il centrodestra non è riuscito a imbastire un minimo di discussione pubblica sul Puc. E da ultimo si è anche rimangiato l’impegno di consumo di suolo zero che aveva preso in campagna elettorale”.
“Oggi, 2018, alla luce di quel vuoto normativo, Capasso e i suoi nuovi compari di maggioranza perché bocciano la nostra proposta sul principio di consumo di suolo zero? Perché non rispondono a questa domanda?”, afferma ancora Golia, che conclude: “Li saluto con Gramsci perché dire la verità è rivoluzionario e noi non abbiamo nulla da temere. Non abbiamo interessi o scheletri nell’armadio: è opinione molto diffusa (…) che sia essenziale dell’arte politica il mentire, il saper astutamente nascondere le proprie vere opinioni, i veri fini a cui si tende, il saper far credere il contrario di ciò che realmente si vuole, ecc. ecc. L’opinione è tanto radicata e diffusa che a dire la verità non si è creduti (…) nella politica di massa dire la verità è una necessità politica”.