Aversa, il servizio trasfusionale del “Moscati” salva le vite e anche le casse dell’Asl

di Antonio Arduino

Aversa – Garantire assistenza ai massimi livelli, conseguendo un risparmio milionario per l’azienda sanitaria e creando posti di lavoro. E’ quanto riesce a realizzare il servizio trasfusionale dell’ospedale Moscati diretto da Saverio Misso. In tempi in cui la spesa sanitaria va alle stelle creando buchi nelle casse regionali, in tempi in cui sembra non esserci spazio per giovani laureati, il direttore Misso va in controtendenza ideando un metodo semplice per creare posti di lavoro e utilizzando in maniera ottimale il sangue ottenuto dai donatori che si legano al servizio o che viene fornito dalle associazioni collegate.

Impressionanti i numeri ufficiali: dal 2009 al 2017 il servizio trasfusionale ha consentito un’economia di 3 milioni 786 mila euro all’azienda sanitaria creando posti di lavoro per biologi attraverso l’istituzione borse di studio triennale senza dimenticare di fornire una ottimale assistenza ai cittadini che hanno necessità di essere trasfusi. Tutto questo è stato possibile grazie alla capacità del gruppo diretto da Misso di ricavare il massimo dal sangue incamerato grazie alle donazioni. Plasma fresco congelato viene inviato ad una ditta specializzata nella produzione di derivati del sangue che in cambio fornisce gratuitamente all’azienda sanitaria quei derivati indispensabili per la cura di moltissime malattie che, senza lo scambio, avrebbe dovuto acquistare spendendo circa 3 milioni e 700mila euro. In fatto di ritorno economico il servizio trasfusionale per Moscati fornisce sangue agli ospedali della Regione Campania e agli ospedali extra regione ricavandone un consistente introito economico per l’azienda.

Nel solo 2017 ha distribuito 5795 unità di sangue agli ospedali della Campania consentendo l’ingresso nelle casse dell’Asl di circa 1 milione di euro ai quali vanno aggiunti altri circa 29mila euro per le unità di sangue fornite ad ospedali del Lazio. A questi si aggiungono quelle distribuite alle Case di Cura che hanno portato nelle casse dell’azienda altri 570mila e passa euro. Tutto nel rispetto della autosufficienza per l’ospedale Moscati e per gli ospedali dell’azienda sanitaria.

Ma non basta, la chicca che fa del servizio trasfusionale un modello da imitare sta nella creazione di posti di lavoro per biologi. Una realtà resa possibile dagli specialisti dal servizio che hanno rinunciato ad intascare i compensi delle consulenze loro richieste ed effettuate per accantonarli in una cassa aziendale raggiungendo mediamente un totale di circa 140mila euro all’anno destinato a borse di studio triennali – assegnate con bando pubblico e pubblica gara – per biologi che frequentando il servizio trasfusionale non solo approfondiscono le loro conoscenze ma consentono al direttore di poter disporre di un numero di operatori sufficiente a garantire tutte le attività, migliorando costantemente e continuamente la qualità, l’efficienza e l’efficacia del servizio.

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