I reparti territoriali della Guardia di Finanza della provincia di Caserta da tempo tengono sotto osservazione i depositi delle aree industriali e logistiche presenti sul territorio, troppo volte utilizzati come luoghi di primo scarico e stoccaggio di merce illecita poi destinata ad alimentare il mercato al dettaglio del napoletano e del casertano.
Questa volta la compagnia di Mondragone ha svolto mirati approfondimenti su una società che dichiara come oggetto sociale l’importazione e la commercializzazione di prodotti ferrosi, legnami e loro semilavorati e che dispone di diverse unità locali, anche nella vicina Castel Volturno. I sopralluoghi ed il monitoraggio del sito hanno portato nei giorni scorsi all’individuazione di un separato deposito non dichiarato, sempre a Castel Volturno, dove sono stati rinvenuti cisterne e fusti di olio lubrificante commercializzato in “nero” e le attrezzature per la preparazione di confezioni destinate alla vendita al dettaglio. Nell’occasione furono ben 90mila i litri di prodotto sequestrati.
Ma i finanzieri non si sono fermati a questo primo riscontro, allargando invece i controlli anche agli altri siti della stessa impresa fino ad arrivare ad un altro capannone industriale ubicato ad Afragola (Napoli), sulla strada statale sannitica 87, dichiarato come ingrosso di metalli ferrosi, all’interno della quale è stato invece rinvenuto un ingente quantitativo di merce varia (vino, detersivi e perfino monopattini elettrici), in relazione alla quale, C.V., napoletana di 26 anni, legale rappresentante della società, non ha saputo fornire alcuna plausibile giustificazione, né ha esibito alcuna documentazione contabile che ne attestasse la lecita provenienza.
Piantonati i locali, quindi, si è cominciata l’analisi dei numerosi bancali di vino presenti, contattando i proprietari delle cantine produttrici, i quali fornivano circostanziati riscontri che portavano a ritenere che proprio quelle partite di vino erano da ricondurre ad una truffa subita a fine del 2017 e per la quale erano state a suo tempo presentate formali denunce all’autorità giudiziaria. E’ così scattato il sequestro di tutto il materiale rinvenuto: circa 19mila bottiglie di vino; 28 monopattini elettrici; 132 borse e circa 12mila chilogrammi di detergenti in fusti. La merce sottoposta a sequestro se immessa nel circuito del mercato legale avrebbe potuto fruttare più di 300mila euro.
Contestualmente si è provveduto alla restituzione al legittimo proprietario dei bancali di prodotti vitivinicoli per i quali si è potuto accertare inconfutabilmente la legittima proprietà. Il rappresentante legale della società ispezionata è stato invece denunciato per ricettazione alla Procura del Tribunale di Napoli Nord.