Aversa – Dolore aggiunto a dolore, barbarie aggiunte a barbarie. Leonardo Di Guida e Annamaria Incoronata, i genitori di Carmen, l’allora quindicenne che perse la vita in un incidente stradale il 5 maggio del 2012, si sono visti infliggere lo stesso dolore di sei anni fa quando hanno visto completamente distrutta la lapide posta in via Pastore (luogo dove si verificò il tragico evento) che ricordava la piccola Carmen, lapide alla quale papà Leonardo (ora pensionato Enel) e la mamma non hanno mai fatto mancare dei fiori, nonostante da tempo non abitino più in zona ma a Napoli.
“Ho cercato – ha dichiarato Leonardo Di Guida – di capire chi e perché potrebbe aver avuto interesse a distruggere il ricordo di mia figlia. Mi sono recato anche presso alcuni residenti in appartamento che si affacciano all’incrocio dove c’era la lapide, ma ad oggi non sono ancora riuscito a sapere nulla. Ho interessato della vicenda anche le forze dell’ordine”.
Che si tratti di un’azione volontaria pare non esserci dubbio. Probabilmente è stato utilizzato un mezzo particolare, non un’auto, che, dopo aver oltrepassato (danneggiandolo) il marciapiede, ha divelto di netto la lapide dal cippo di marmo sul quale era innestato. Per i familiari di Carmen la morte della figlia non sarebbe legata ad una semplice fatalità ma ad un omicidio stradale. La prima ricostruzione riferiva che Carmen era alla guida di uno scooter, trasportando un amico, entrambi senza indossare il casco, una circostanza mai definitivamente provata. Per cause ancora da accertare, sembra il mancato rispetto del segnale di stop da parte loro, si scontravano contro un’autovettura guidata da un 25enne di Mugnano di Napoli. La ragazza sbalzava dalla sella e rovinava al suolo, morendo dopo aver battuto la testa.
Diversi gli interrogativi ancora irrisolti come la presenza di un secondo ciclomotore e la positività alla cannabis dell’autista. C’è, infine, un ultimo “mistero”: per alcuni giorni dopo l’incidente, da un’utenza identificata, sono giunte telefonate a casa di Carmen dove si sentiva un ragazzo piangere singhiozzando e con l’invito di un’altra voce a dire la verità sull’accaduto.
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