I carabinieri del reparto territoriale di Aversa, a San Vittore del Lazio (Frosinone), supportati dai militari dell’Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di Franca Cotugno, 48 anni, residente a Giugliano (Napoli), moglie di Massimo Perrone, 42 anni, ritenuta responsabile di associazione per delinquere di stampo mafioso.
L’indagine, avviata dai militari del nucleo operativo e radiomobile aversano, guidati dal tenente Flavio Annunziata, ha consentito di delineare l’esistenza di una neo-costituita frangia del clan dei casalesi, legata alla fazione Bidognetti ed autodefinitasi “Nuova Gerarchia Casalese”, operante principalmente nei comuni napoletani di Sant’Antimo e Giugliano, in quelli casertani di Parete, Mondragone e Casal di Principe e a Minturno, nel Basso Lazio.
Nel corso delle investigazioni è stato possibile delineare il ruolo ricoperto dalla Cotugno che, in seguito all’arresto del marito, considerato il capo del sodalizio, avvenuto nel mese di giugno 2017, avendo piena disponibilità e libero accesso ai fondi del clan, avrebbe continuato ad elargire, con cadenza settimanale, emolumenti in favore dei familiari dei componenti dell’associazione criminale al momento detenuti.
Tra l’altro, la donna avrebbe minuziosamente eseguito le direttive impartite dal coniuge nel corso dei colloqui tenuti all’interno del carcere, finalizzate a confermare la sussistenza del vincolo associativo e ad affermare il suo ruolo di vertice nei confronti dei sodali. Cotugno è stata accompagnata nella casa circondariale di Roma – Rebibbia.