Catania, corruzione all’Ispettorato Lavoro: arrestato ex deputato regionale

di Redazione

I finanzieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale etneo, nei confronti di 9 persone (4 agli arresti domiciliari e 5 destinatarie di misure interdittive) ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso in corruzione continuata, soppressione, falsità materiale e ideologica di atti pubblici a fronte di condotte delittuose verificatisi all’interno dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018.

L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania, battezzata “Black Job”, vede quali destinatari della misura degli arresti domiciliari il direttore dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania, Domenico Tito Amich, 65 anni, e la responsabile dell’Ufficio legale dell’Ispettorato, Maria Rosa Trovato, 60 anni,, nonché Marco Lucio Forzese, 55, già deputato regionale nell’ultima legislatura siciliana e candidato, non eletto, alle regionali del 2017, e Antonino Nicotra, 59, già consigliere nel Comune di Catania. E’ stata, inoltre, disposta la misura interdittiva nei confronti di: Francesco Luca, 62, attuale direttore sanitario dell’Asp di Catania, sospeso per 12 mesi dall’esercizio del pubblico servizio per fatti concernenti sia l’attuale funzione che il suo ruolo di rappresentante legale, dal 2009 al 2015, dell’Enaip (Ente Acli Istruzione Professionale Associazione Agenzie Formative della Sicilia Impresa Sociale – Enaip As.A.Form Sicilia Impresa Sociale, esercente l’attività di corsi di formazione e di aggiornamento professionale); Ignazio Maugeri, 31, attuale rappresentante legale dell’Enaip, destinatario del divieto di esercitare attività d’impresa o assumere uffici direttivi in persone giuridiche; Giovanni Patti, 48, titolare dell’omonimo studio commerciale con sede a Giarre (Catania), sospeso dall’esercizio della propria attività professionale; Orazio Emmanuele, 54, rappresentante legale di società esercenti l’attività di stabilimenti balneari e di orto-colture vivaistiche, destinatario del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali; Salvatore Calderaro, 37, gestore di una tabaccheria, anch’egli sospeso dall’esercizio di attività imprenditoriali.

Il Servizio XXI – Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania, con uffici ubicati in via Battello, è responsabile del controllo sulla corretta applicazione della legislazione in materia di lavoro, previdenza e sicurezza sui luoghi di lavoro a Catania e provincia. Va detto che nelle Regioni a statuto speciale del Trentino Alto Adige e della Sicilia, non sono stati istituiti gli Ispettorati ai sensi del decreto legislativo 149/2015 in quanto i relativi statuti attribuiscono la competenza in materia alle rispettive Regioni. In Sicilia, pertanto, la materia del lavoro e le relative attività ispettive e di vigilanza sono di competenza dell’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro e, in particolare, del dipendente Dipartimento regionale del lavoro, dell’impiego, dell’orientamento, dei servizi e delle attività formative il quale, tramite il Servizio VII – Coordinamento Ispettorati territoriali del lavoro supervisiona i nove “Ispettorati territoriali del Lavoro” (Itl) presenti nelle province siciliane.

L’investigazione, svoltasi con estrema celerità dall’ottobre 2017 al marzo di quest’anno, ha svelato l’esistenza, all’interno dell’ufficio pubblico in questione, di un consolidato circuito corruttivo alimentato da saldi legami di amicizia che uniscono corrotti e corruttori. E’ stato appurato come il continuo scambio di utilità (pacchetto di voti, incarichi alla Regione Sicilia, assunzioni in ospedali e fornitura di beni) ruotasse intorno all’illegittima archiviazione di verbali originati dagli accertamenti ispettivi dai quali sono emerse, spesso, violazioni per lavoratori assunti irregolarmente o “in nero”; in alcuni casi, si è assistito anche alla materiale sparizione dei verbali stessi e/o comunque ad audizioni “amichevoli” nelle quali è stata palese la mancata tutela degli interessi erariali in gioco.

L’attività d’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Catania – consistita nell’analisi meticolosa di decine di procedimenti amministrativi e nell’acquisizione di dichiarazioni di funzionari operanti all’interno dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania – ha permesso di tracciare svariati procedimenti amministrativi gestiti in modo parziale dagli indagati e nei quali il potere discrezionale attribuito al direttore dell’ente pubblico anziché essere interpretato quale fonte di responsabilità è stato asservito alle volontà dei corruttori comprimendo così definitivamente gli interessi pubblici confliggenti. Nello specifico, in attesa di completare gli accertamenti in corso su ulteriori procedimenti sanzionatori affidati all’Ispettorato di Catania, la Procura e i finanzieri hanno accertato alcune vicende corruttive di seguito illustrate.

Una prima vede coinvolti il dirigente Amich, l’ex deputato regionale Marco Lucio Forzese e l’imprenditore Calderaro (Bar-Tabacchi) di Castel di Iudica (Catania). Nell’ottobre del 2017, i tre, in un incontro svoltosi presso l’ufficio di Amich, occultano un fascicolo relativo al procedimento amministrativo a carico dell’imprenditore destinatario di una sanzione di oltre 6mila euro; l’imprenditore Calderaro viene definito da Forzese quale suo “grande elettore” e persona di fiducia in grado di garantirgli un cospicuo “pacchetto” di voti. Va sottolineato che il vincolo amicale che unisce Amich e Forzese è testimoniato dalla disponibilità palesata dall’ex deputato regionale a favorire Amich per il conferimento di incarichi presso la Regione Siciliana: in particolare, si tratta della nomina a membro della commissione di esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro della Regione Sicilia. In cambio si registra, da parte di Amich, l’assoluta disponibilità ad agevolare illecitamente gli imprenditori amici di Forzese nella definizione a loro favore dei procedimenti amministrativi in materia di lavoro.

Una seconda vicenda corruttiva coinvolge il direttore Amich, l’attuale direttore sanitario dell’Asp di Catania (Francesco Luca) e un ingegnere (Ignazio Maugeri). Luca e Maugeri, nelle loro qualità di rappresentanti legali dell’Enaip, hanno chiesto indebitamente ad Amich un’attestazione di avvenuti versamenti di somme relative ad assegni familiari riconosciuti ai dipendenti dell’Enaip; tale certificazione è risultata necessaria per fronteggiare un procedimento penale aperto nei confronti di Luca alla sede di Trapani a seguito di un’ispezione effettuata dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro trapanese nei confronti dell’Enaip e dalla quale sono emerse violazioni penali. In cambio, Amich ha chiesto e ottenuto da Luca, in ragione del suo attuale ruolo nell’Asp di Catania, la promessa di assumere a tempo determinato il fidanzato della figlia presso alcuni ospedali etnei.

Un ulteriore caso vede protagonisti il direttore Amich, la funzionaria Trovato e Antonino Nicotra (già consigliere comunale a Catania nella giunta del sindaco Scapagnini). Oggetto dell’accordo corruttivo è la definizione dell’entità delle sanzioni amministrative applicate a un call center catanese a seguito di 2 ispezioni eseguite da Inps e Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania negli anni 2014 e 2015. Amich provvede a riconoscere un’anomala decurtazione del carico sanzionatorio unitamente a una non spettante rateizzazione del pagamento; in cambio Nicotra promette il suo appoggio politico presso la nuova giunta regionale siciliana per l’ottenimento e il mantenimento di prestigiosi incarichi dirigenziali. In più, Nicotra richiede ad Amich di trattare una pratica giunta all’Ispettorato (un esposto di un lavoratore) seguendo un iter preferenziale, lasciando intendere che il favore richiesto è utile a garantirgli la disponibilità di un costante “bacino” di voti.

Un’ulteriore fattispecie corruttiva coinvolge la responsabile dell’Ufficio Legale dell’Ispettorato del Lavoro, Rosa Maria Trovato, peraltro già gravata da precedenti giudiziari in tema di reati contro la pubblica amministrazione, l’imprenditore Orazio Emmanuele e il suo ragioniere Giovanni Patti. Nel corso di un’audizione tenuta dalla funzionaria alla presenza dei due soggetti viene concordato arbitrariamente, in dispregio dei doveri di imparzialità, trasparenza e nel pieno “mercanteggiare” della funzione pubblica, il differimento del pagamento di una sanzione amministrativa derivante da un’ispezione effettuata dai Carabinieri presso un lido gestito da Emmanuele. In quest’occasione emerge che Rosa Maria Trovato si è già prodigata per favorire l’archiviazione di ulteriori procedimenti sanzionatori a carico sia di Patti che Emmanuele originati, tra l’altro, da attività ispettive di un reparto della Guardia di Finanza e nelle quali erano state constatate violazioni in tema di lavoro irregolare. Quale utilità, è stato rilevato che la Trovato si è recata, in due occasioni, presso un vivaio di Emmanuele per ricevere in dono delle piante.

“Le risultanze investigative complessive rappresentate dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania – scrive la Procura – hanno posto in luce un quadro corruttivo consolidato e alimentato da uno spregiudicato scambio di favori attraverso il quale gli attori in campo, pubblici ufficiali, precedenti titolari di cariche istituzionali pubbliche e imprenditori, non hanno esitato a sancire accordi sacrificando i rilevanti interessi collettivi in gioco”.

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