Cellole, uccise benzinaio: Andreas Krebs estradato dalla Germania

di Redazione

Nel tardo pomeriggio del 15 maggio, all’aeroporto di Roma-Fiumicino, i carabinieri della compagnia di Sessa Aurunca e gli agenti della Polizia di frontiera, hanno tratto in arresto Andreas Krebs, 47enne tedesco, di Augsburg, ricercato per l’omicidio di Massimo Neiviller, compiuto a Cellole, nel Casertano, il 7 dicembre del 2016.

Krebs fu catturato subito dopo l’omicidio ma evase dagli arresti domiciliari. Il 31 luglio 2017 fu localizzato e arrestato dalla polizia tedesca a Egeln, in Germania, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e condotta dai carabinieri di Sessa Aurunca in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia.

Da allora è trascorso quasi un anno. E ieri, al termine dell’iter per l’estradizione, l’aereo proveniente da Berlino che trasportava Krebs, scortato dai funzionari dell’Interpol, è atterrato nello scalo romano da dove i militari dell’Arma hanno condotto l’uomo nel carcere di Napoli-Secondigliano, in attesa di giudizio.

L’OMICIDIO E LA FUGA TRA LE POLEMICHE – La vittima, Massimo Neiviller, 44enne di Santa Maria Capua Vetere, padre di due figli, gestiva un distributore di carburanti a Cellole. Quel 7 dicembre 2016 venne trafitto da tre coltellate, inferte dal tedesco Krebs durante una colluttazione scaturita dal tentativo del commerciante di difendere l’incasso che l’aggressore voleva portagli via. Neiviller, qualche giorno dopo, morì al “Monaldi” di Napoli. Krebs agì a volto scoperto, poiché conosceva la sua vittima, per la quale aveva svolto qualche lavoretto. Approfittando, quindi, della buona fede del 44enne, il tedesco prima lo colpì alle spalle con un bastone e poi, a fronte della reazione della vittima, gli scagliò i tre fendenti, di cui una al cuore rivelatasi fatale. A circa un mese e mezzo dall’accaduto, il 23 gennaio, nonostante gli indizi di colpevolezza, il tedesco uscì dal carcere su decisione del Riesame e ottenne i domiciliari. Una decisione che suscitò polemiche tra familiari e amici della vittima, sfociata in indignazione soprattutto dopo che il tedesco scappò insieme alla moglie.

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