Grave incidente ferroviario sulla linea Torino-Ivrea, all’altezza del comune di Caluso. Il treno regionale 10027 ha travolto un camion, fermo sui binari all’altezza del passaggio a livello della frazione di Arè. L’impatto, violentissimo, ha causato il deragliamento di alcuni vagoni. 23 i feriti, due le vittime: il macchinista, Roberto Madau, 61 anni, è morto sul colpo, mentre l’autista del mezzo di scorta del Tir (il 64enne romeno Stefan Aureliana) è deceduto in ospedale.
Gravissima la capotreno. Intubata e in coma farmacologico, la donna, rimasta incastrata tra le lamiere dei vagoni per un’ora prima che i soccorritori potessero recuperarla, ha riportato numerosi traumi da sindrome da schiacciamento e una frattura al bacino per la quale si trova ora in sala operatoria al Cto di Torino. L’autista del camion, un cittadino lituano di 39 anni, è indagato per disastro ferroviario dalla Procura di Ivrea. L’uomo sarebbe risultato negativo all’alcoltest. Secondo quanto afferma Anas, il tir non avrebbe rispettato le norme di circolazione.
Il tir che ha causato l’incidente ferroviario a Caluso, in provincia di Torino, non avrebbe rispettato le norme di Anas, l’Ente nazionale per le strade (integrata da gennaio 2018 nel Gruppo ferrovie dello Stato italiane). Secondo quanto dichiara la stessa Anas, nella domanda di trasporto eccezionale presentata l’8 maggio scorso, il trasportatore aveva espressamente dichiarato di “non impegnare attraversamenti di passaggi a livello con linee aeree elettrificate lungo le strade di competenza, oppure di essere in possesso dell’autorizzazione prevista dall’articolo 14, comma 5 del Regolamento” (Regolamento di esecuzione e attuazione del codice della strada), che rilascia il gestore della rete ferroviaria. Le altre inadempienze riguardano il mancato invio da parte del trasportatore del preavviso di transito e della conseguente “annotazione di inizio viaggio”, tramite il portale Anas “TEweb” (Trasporti Eccezionali Web). Tutta la documentazione relativa al trasporto è stata acquisita dalla Magistratura che sta indagando sull’incidente.
Secondo quanto riferisce la Rfi, “alle ore 23.20 circa il treno Regionale 10027 (Torino – Ivrea) ha urtato un Tir che, dopo aver sfondato le barriere di un passaggio a livello regolarmente funzionante, era fermo sulla sede ferroviaria fra le stazioni di Rodallo e Caluso, sulla linea Chivasso-Aosta. Il treno era composto da cinque vetture e un locomotore. In seguito all’urto sono deragliate le tre vetture di testa. Il Tir conclude la nota della Rfi, “trasportava un trasporto eccezionale”. Nella corsa fuori dai binari è stato abbattuto anche un palo della luce. Il treno si è fermato nel cortile di un’abitazione attigua alla ferrovia. Attivata la maxi-emergenza, sul posto sono intervenute tutte le forze dell’ordine.
Nel pomeriggio si è tenuto l’interrogatorio di Darius Zujis, l’autista lituano di 39 anni accusato di disastro ferroviario e omicidio colposo per l’incidente. “Non ho deciso il percorso per arrivare a Foglizzo. Non decido nulla, mi guida l’equipaggio in cuffia perché con il carico la visibilità è fortemente ridotta”, si è difeso l’uomo con l’aiuto di un interprete. Prima di iniziare l’interrogatorio in procura ha accusato un lieve malore. “Mi sono sentita spingere da dietro, sono caduta. Ho avuto paura di morire, è stato terribile”. Così una passeggera del Regionale 10027 deragliato a Caluso. La ragazza si è rotta una gamba.
A coordinare le indagini è il procuratore capo Giuseppe Ferrando che ha raccolto le prime testimonianze. L’autista del Tir è stato sottoposto a controlli per capire se avesse bevuto o guidasse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e sarebbe risultato negativo. Secondo le prime ricostruzioni, il tir aveva già iniziato l’attraversamento del passaggio a livello quando la luce è diventata rossa. A quel punto la scorta ha urlato via radio all’autista di tornare indietro perché non sarebbe riuscito a far passare tutto il cassone, ma mentre il mezzo era in retromarcia si sarebbe abbassata la sbarra e incastrandolo in mezzo al passaggio a livello, con il rimorchio ancora sui binari. Dopo cinque minuti è arrivato il treno. Secondo l’autista del secondo Tir, pure lui lituano, sarebbero invece trascorsi pochi secondi da quando ha lampeggiato la luce rossa all’abbassamento della sbarra. Al vaglio dei inquirenti ci sono dunque anche le comunicazioni intercorse tra Trenitalia e i gestori del trasporto eccezionale, che avrebbero dovuto comunicare con largo anticipo il passaggio del grosso tir. L’ipotesi è che Trenitalia non fosse stata correttamente informata.