“Il contratto non è ancora chiuso, penso che chiudiamo in serata, stanno arrivando gli ultimi contributi che dobbiamo sistemare”. Così Luigi Di Maio dopo il vertice con Matteo Salvini alla Camera sul programma di governo. E sul premier ha aggiunto: “Stiamo ancora ragionando, abbiamo fatto qualche passo avanti”. “È andato bene”, si è invece limitato a dire il leader del Carroccio dopo l’incontro. Al centro del faccia a faccia, soprattutto la scelta del nome – o della rosa di nomi – del presidente del Consiglio da indicare al Colle. Questo, infatti, rimane il nodo principale su cui le due forze politiche continuano a trattare, con il leader pentastellato che ha spiegato: “Sono stati sciolti tutti i nodi” e “nei prossimi giorni scioglieremo quello sul premier”.
Continuano quindi, dopo oltre 70 giorni, le trattative tra Lega e Movimento 5 Stelle per la nascita del nuovo governo. Ieri le due delegazioni avevano annunciato di aver chiuso l’accordo sul programma (leggi il contratto in pdf) di governo. L’intesa era stata data per certa dopo un vertice notturno tra i due leader. Oggi, oltre a Di Maio, anche fonti della Lega hanno confermato che ci sono ancora dei dettagli da limare. Riguarderebbero soprattutto il capitolo sulle opere pubbliche, il cosiddetto comitato di conciliazione, il Jobs act e il reddito di cittadinanza. Ma il contratto di base tra Lega e M5S dovrebbe rimanere quel documento di oltre 40 pagine, in cui si è trovato un punto di equilibrio sui temi cari alle due forze politiche: dalla legittima difesa alle pensioni d’oro, fino all’abolizione della legge Fornero.
Nel testo non c’è traccia dell’uscita dell’euro e si pone l’accento sulla tutela dei risparmiatori. “Siamo orgogliosi e soddisfatti perché in 6 giorni abbiamo fatto un lavoro enorme su un contratto di governo molto ambizioso”, aveva detto del testo Alfonso Bonafede (M5S). Soddisfatto anche il leghista Claudio Borghi: “Siamo riusciti a mettere sul tavolo una enorme mole di proposte e grazie a un lavoro molto proficuo siamo riusciti a trovare una soluzione positiva per tutti”. Una bozza dell’accordo di programma era arrivata lunedì scorso sul tavolo di Sergio Mattarella. Il Quirinale, dopo le polemiche sulla bozza “no-euro”, aveva però spiegato che il presidente non guarda bozze ma testi definitivi.
Una volta definito, il programma sarà approvato dai gazebo di Lega e M5S. Di Maio ha fatto sapere che forse già domani “il contratto sarà messo al voto online degli iscritti”. Ma resta sul tavolo il nodo centrale del futuro premier, oltre che la squadra di governo. Quello che sembra certo è che sarà un politico. Sia Salvini sia Di Maio hanno fatto sapere ieri di essere disponibili a un “passo di lato”. I “rumors” di Montecitorio, intanto, rilanciano le chance anche dei pentastellati Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. Restano alte anche le quotazioni del leghista Giancarlo Giorgetti. Per quanto riguarda le caselle ministeriali, Salvini ha ribadito la sua richiesta di avere per il suo partito la delega agli Interni e all’Agricoltura. “Nel contratto c’è la difesa dei confini e credo che un ministro della Lega possa fare da garante. Se parte un governo – ha annunciato – dimezzeremo i centri di accoglienza per mettere più soldi sulle espulsioni”. Poi il leader leghista, così come quello pentastellato, è stato critico con l’Europa e i media internazionali: “Meglio barbari che servi”.
Dopo l’avvertimento dell’Ue degli scorsi giorni, sono arrivate anche altre reazioni internazionali sulla situazione politica italiana. Una fonte vicina al Cremlino ha riferito all’Ansa che la volontà di ritirare immediatamente le sanzioni Ue alla Russia inclusa, secondo le prime indiscrezioni, nel contratto di governo fra Lega e Movimento 5 Stelle è considerata come un “buon segno”. Ma l’Italia sarà chiamata a uno “sforzo maggiore” in sede europea se davvero vuole che le sanzioni vengano abolite. Mentre dal Fondo monetario internazionale spiegano: ”Aspettiamo che il governo si formi”, per capire le ”sue politiche. Lavoreremo con il nuovo governo per stimolare la crescita e ridurre le debolezze”.