Gricignano, Aquilante: “La verità su Via Sant’Antonio Abate e gli allagamenti”

di Redazione

Gricignano – “Una strada ‘bombardata’, che la gente evitava di percorrere per evitare danni ai propri veicoli, per non parlare dei rischi che correvano i pedoni. Questa era via Sant’Antonio Abate fino a poco tempo fa, ma sembra che molti non vogliano ricordarla in quel modo, probabilmente per qualche ‘decreto’ emanato da chi cerca di ‘cancellare’ dalla memoria dei cittadini quello scempio”. Torna sul progetto di riqualificazione di via Sant’Antonio Abate il candidato sindaco di “Uniti Si Può Fare”, Andrea Aquilante, illustrando, in un video, le fasi che hanno riguardato il rifacimento di alcuni tratti della rete fognaria, la ripavimentazione e altre migliorie apportate all’importante arteria cittadina. 

“Una strada – spiega Aquilante – a cui abbiamo ridato decoro. E lo abbiamo fatto a costo zero, attingendo da finanziamenti comunitari grazie ad un progetto elaborato, presentato e ammesso a finanziamento in tempi record. Mentre voglio solo ricordare che la pavimentazione a cubetti posta in essere dall’amministrazione Lettieri, che poi ha creato il disastro a cui tutti abbiamo assistito, è costata 1 milione di euro che i cittadini di Gricignano stanno pagando dal 2005, con i propri soldi, attraverso un mutuo che le casse del Comune dovranno sostenere fino al 2024. Ma questo, ripeto, non si può dire perché c’è il ‘decreto Pompa’ che vieta di parlarne. “. 

Le opere di riqualificazione hanno riguardato anche la realizzazione di un sistema di deviazione fognaria per limitare il problema degli allagamenti che interessano, in particolare, il tratto all’altezza della cappella di Sant’Antonio Abate. Intervento che non ha eliminato completamente il rischio di allagamenti ma che comunque lo ha limitato. Come spiega Aquilante nel video pubblicato sulla pagina Facebook della lista “Uniti Si Può Fare”, annunciando altri due successivi interventi per risolvere a monte il problema che è legato anche alla portata dell’alveo “Annarosa”, ossia il collettore in cui confluiscono le acque piovane, su cui è competente però la Regione, del quale occorre aumentare la portata.

IN ALTO IL VIDEO

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