Mattarella: “Governo neutrale o elezioni”. Di Maio e Salvini: “Voto l’8 luglio”

di Redazione

Si è concluso il terzo e ultimo giro di consultazioni al Quirinale. Il presidente Mattarella ha rilevato che non c’è una maggioranza politica per questo auspica la nascita di un governo neutrale che possa operare fino a dicembre, il tempo necessario per mettere a punto Def e Manovra e impedire l’aumento dell’Iva. Ma allo stesso tempo lascia ai partiti la decisione finale: o governo fino a dicembre o il voto a luglio, l’8 è l’ipotesi evocata da Salvini e Di Maio, o a fine settembre-primi di ottobre.

Anche se l’ipotesi di un governo tra Lega e M5s sembra naufragata, Salvini e Di Maio si sono incontrati dopo essere saliti al Colle per trovare un fronte comune: l’ipotesi del voto l’8 luglio se non ci sarà un governo politico. “Come promesso lavorerò per dare un governo al Paese e fino all’ultimo cercherò di far cadere i veti dall’una e dall’altra parte. Se questo non dovesse avvenire la data più vicina per votare è domenica 8 luglio. Sulla data è d’accordo anche Di Maio”, ha detto Salvini. Ma la tensione fra i due schieramenti rimane alta con il leader del M5s che spiega: “Noi da oggi ci mettiamo in campagna elettorale e andiamo a raccontare questi due mesi di bugie”. E, da Facebook, attacca: “Ancora una volta il centrodestra di Salvini e Berlusconi si è ripresentato a chiedere un mandato per cercare i voti in Parlamento. Cioè Salvini ha scelto ancora una volta Berlusconi, ma soprattutto di formare un governo dei voltagabbana, dei traditori del mandato politico”.

In mattinata Di Maio si era detto disponibile “a scegliere con Salvini un premier terzo che possa rappresentare un contratto di governo con reddito cittadinanza, abolizione Fornero, e una serie di misure anti-corruzione”. E aveva ribadito: “Vogliamo sottoscrivere un contratto di governo con la Lega e trovare un presidente del Consiglio condiviso”. “Un governo politico è ancora possibile, non siamo disponibili a governi tecnici”. E ancora: “Se non ci sono condizioni per un governo politico, consapevole dei problemi degli italiani e che non faccia solo quadrare i conti, allora per noi si deve tornare al voto nella consapevolezza che sarà un ballottaggio” tra M5S e Lega. Già ieri Di Maio aveva fatto un passo indietro dalla premiership e aveva invitato Salvini a scegliere un nome terzo, “politico”, per un governo M5S-Lega. L’unica condizione del pentastellato: Silvio Berlusconi deve starne fuori. Una condizione che, però, nonostante i tentativi di Salvini, è rimasta inaccettabile per il leader di Forza Italia.

“Contiamo che sia l’ultima volta che cerchiamo una maggioranza. Abbiamo offerto al presidente della Repubblica, consci del fatto che il Paese non può aspettare, la disponibilità mia a nome della coalizione a formare un governo”, ha detto Salvini dopo l’incontro con Mattarella. E ancora: “Confidiamo che il presidente ci dia modo di trovare una maggioranza, che contiamo di poter trovare mettendoci in campo personalmente. Confidiamo di poterci mettere nelle prossime ore finalmente a lavoro”.

“Ancora adesso leggo dichiarazioni totalmente irresponsabili e superficiali da parte delle altre forze politiche, persino irrispettose verso il lavoro del Colle di queste ore. Qui c’è da dare certezze al Paese con un governo che blocchi l’aumento Iva e loro continuano a giocare al gatto e al topo. È davvero incredibile, il Paese non si merita tutto questo”. Ha detto il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina. Posizione che aveva ribadito anche dopo l’incontro con Mattarella al Colle: “Basta prendere tempo e traccheggiare, basta esasperare alcune logiche di parte. Basta con il gioco dell’oca” . Il Pd ha anche espresso il suo no a “incarichi al buio, no a trasformismi, no a soluzioni politiche raffazzonate, sì a uno sforzo super partes”.

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