David Goodall è uno scienziato ed è stanco di vivere. Non è malato e non è in un letto di ospedale. Però ha 104 anni e sente che ormai è arrivata l’ora di addormentarsi per sempre. Durante il suo ultimo compleanno ha salutato per bene la figlia e i nipoti. La prossima settimana volerà da casa sua a Perth, in Australia, fino in Svizzera, a Basilea, per esaudire il suo ultimo desiderio. “L’eutanasia è un mio diritto”, ha detto.
“Non sono felice, voglio morire”, ha detto ai microfoni di Abc Australia. “Se uno sceglie di uccidersi, nessun altro dovrebbe interferire”. Per Goodall la vecchiaia è diventata la sua malattia incurabile, per la quale l’unica soluzione sembra essere l’eutanasia. “Mi spiace profondamente di aver raggiunto la mia età”, ha spiegato. “Voglio morire e non è particolarmente triste. La cosa triste è evitare di farlo. Una persona anziana come me deve poter beneficiare dei suoi pieni diritti come cittadino, compreso il diritto al suicidio assistito”.
Da molti anni è iscritto all’associazione internazionale Exit, per l’assistenza al suicidio. A loro ha chiesto aiuto per volare fino in Svizzera e l’ha ottenuto. Grazie a una raccolta fondi, ha potuto comprare un biglietto addirittura in business class, per togliersi l’ultimo sfizio prima di dire addio a tutto. L’intervento è previsto per la prossima settimana, all’associazione per il suicidio assistito Life Circle, a Basilea.
Goodall è uno scienziato esperto in ecologia. Ha iniziato la sua carriera in Inghilterra e poi negli Stati Uniti. Nel 1948 è arrivato all’università di Melbourne, in Australia. Durante la sua lunghissima carriera, terminata a 102 anni, ha ricevuto molti premi e riconoscimenti, fra cui una laurea ad honorem all’università di Trieste nel 1990. Una volta raggiunta l’età della pensione, a 65 anni, decise di continuare a lavorare come ricercatore onorario all’università di Perth, incurante del tempo che passava. Pubblicò, fra le altre cose, una serie di trenta volumi sugli Ecosistemi nel mondo. Due anni fa però gli fu detto che non era più idoneo a quell’incarico. La sua storia invase la stampa australiana e Goodall riottene il posto, ma quella vicenda lo aveva lasciato molto triste. Forse è stato quell’episodio, o il corpo che iniziava a indebolirsi e il cervello a stancarsi che gli hanno fatto prendere la decisione più importante.