Aversa, il Liceo Jommelli sempre più “terreno di guerra” tra dirigente e docenti

di Nicola Rosselli

Una vicenda con la quale Franz Kafka sarebbe andato a nozze. Una vicenda che, parafrasando il titolo di un giallo celebre, potrebbe definirsi “Arsenico e vecchie cattedre”. Il liceo “Niccolò Jommelli” di Aversa in questi ultimi anni è salito più volte alla ribalta della cronaca per vicende che esulano dalle mere attività didattiche che, in verità, si svolgono ad alti livelli tanto che l’istituto intitolato al genio musicale aversano registra ogni anno un incremento di iscritti con l’ormai consolidato indirizzo scientifico e quello sportivo che sta richiamando non pochi studenti.

Eppure, il clima allo Jommelli finora non è stato è dei migliori. C’è stata anche una vicenda giudiziaria per comportamento antisindacale. Per non parlare di altre vertenze relative, ad esempio, all’ingresso per il parcheggio delle auto o alla nomina del responsabile della sicurezza sino alla causa intentata da sette docenti contro alcuni provvedimenti disciplinari adottati dalla dirigente Rosa Celardo ed ora ai quattordici procedimenti aperti dalla procura regionale della Corte dei Conti contro altrettanti docenti per un presunto danno erariale. Procedimenti, questi ultimi, nati dalla decisione, a fine anno scolastico 2016/17, di un gruppo di docenti di inviare un esposto, relativamente ad una serie di presunte irregolarità gestionali, alla Corte dei Conti, all’Asl e all’Ufficio Scolastico Regionale. L’Asl ha chiuso la sua verifica con un verbale da 5mila euro che la preside, in qualità di responsabile della sicurezza, ha sborsato in prima persona. L’attività delle autorità scolastiche, invece, è tutt’ora in corso.

Per quanto riguarda la Corte dei Conti, i magistrati contabili hanno incaricato la Guardia di finanza di fare chiarezza relativamente al contenuto dell’esposto. Nel corso della verifica le Fiamme gialle si sono imbattute in alcuni provvedimenti disciplinari che la preside aveva erogato contro quattordici insegnanti, quasi tutte donne, docenti di materie che vanno dall’italiano alla matematica all’educazione fisica, che avevano lasciato, a suo dire, anzitempo una seduta di collegio dei docenti la scorsa primavera. Sette di questi docenti, all’epoca, hanno proposto opposizione contro la sanzione disciplinare dinanzi alla sezione lavoro del tribunale di Napoli Nord. La vicenda si è chiusa nell’autunno scorso con una sorta di transazione con la revoca dei provvedimenti e la cessazione della materia del contendere.

All’attualità, la magistratura contabile, dopo le indagini dei finanzieri, ha ipotizzato l’accusa di danno erariale per i docenti con una multa che dovrebbe aggirarsi sui cento euro o poco più. Tutti i docenti implicati dovranno recarsi a Napoli per essere ascoltati (alcuni sarebbero già stati sentiti) dalla Corte dei Conti. Una vicenda paradossale per quello che è il succo finale. Hanno provocato maggior danno quattordici docenti che sono usciti (si presume) quindici minuti prima da una riunione già terminata o tutta l’attività investigativa che vi ha ruotato intorno?

L’INDAGINE SUL  COLLEGIO DEI DOCENTI “DISERTATO” – Sono arrivati all’istituto intitolato all’illustre musicista aversano Niccolò Jommelli di Aversa 14 provvedimenti della Procura Regionale della Corte dei Conti. Provvedimenti che hanno dato la stura ad una vicenda giudiziaria dai risvolti kafkiani per le modalità che vi hanno dato origine. Plichi rigorosamente chiusi e destinati ad altrettanti docenti che insegnano nella scuola di via Ovidio. All’interno l’imputazione di danno erariale con la possibilità di una multa da un minimo di cento euro a salire. Quattordici provvedimenti della magistratura contabile che sembrerebbero (il condizionale è d’obbligo, anche se i margini di errore sono minimi) derivare da un esposto sottoscritto proprio dai quattordici docenti e da sanzioni disciplinari erogate dalla dirigente scolastica di quello che fu l’istituto magistrale normanno, Rosa Celardo. Quest’ultima, nota per il suo polso fermo, ma anche per far nascere non poche controversie giudiziarie quasi sempre finite con la soccombenza dell’istituto che rappresenta, elargì, lo sorso anno, quattordici provvedimenti disciplinari nei confronti di altrettanti docenti dell’istituto perché avrebbero lasciato anzitempo una riunione del collegio dei docenti.

Dei quattordici insegnanti, sette proposero ricorso contro il provvedimento e, quando sembrava che gli atti impugnati stessero per essere annullati dal magistrato, furono revocati dalla dirigente, per cui i giudizi si chiusero con la “cessata materia del contendere”. Gli altri sette docenti non proposero opposizione né si videro annullare la sanzione disciplinare. A distanza di tempo giunge l’imputazione della Corte dei Conti con la quale si contesta il danno erariale a tutti i quattordici docenti, sia quelli che si erano visti annullare il provvedimento, sia quelli che avevano scelto l’acquiescenza. Bocche cucite sia tra i quattordici docenti protagonisti della vicenda che da parte della dirigenza dell’istituto aversano. Si apprende, però, che quel famigerato collegio dei docenti era stato convocato per la durata di una sola ora con un solo punto all’ordine del giorno. Era, però, iniziato con molto ritardo rispetto all’orario previsto ed era, comunque, di fatto, terminato, quando una docente chiese di verificare i presenti con un nuovo appello. Da qui la verifica dell’assenza dei quattordici docenti e l’inizio della vicenda che, comunque, non si è ancora conclusa, dovendo presentare i professori la loro versione dei fatti alla Procura regionale della magistratura contabile.

Non rilasciano dichiarazioni ufficiali i docenti, soprattutto per evitare ulteriori provvedimenti a loro carico. Ma parlano e affermano: “Siamo andati via dopo l’orario previsto per la fine della riunione. Il collegio dei docenti, tra l’altro, era finito e chi ha abbandonato la seduta l’ha fatto perché aveva impegni pregressi presi proprio tenendo presente l’orario di convocazione”. “Tenuto conto del danno erariale che, di fatto, non c’è stato, – concludono – e del costo per lo Stato di sette giudizi e del tempo perso dalla Procura della Corte dei Conti, crediamo che ad essere punito per danno erariale dovrebbe essere chi ha dato il via a questa assurda situazione che non avrebbe nemmeno avere inizio”. La dirigente fa, invece sapere, che i provvedimenti della magistratura contabile sono nati dalle ispezioni partite a seguito degli esposti sottoscritti da docenti e non da atti propri ed evidenzia come abbia tentato più volte di calmare gli animi come dimostra anche la revoca dei provvedimenti disciplinari impugnati.

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