Napoli – Il professore, lo statista, l’uomo di fede, colui che, in un mondo diviso in due blocchi, diede vita con Enrico Berlinguer al compromesso storico, mediante i governi della non sfiducia, in cui un monocolore della Democrazia Cristiana, godeva dell’appoggio esterno del Partito Comunista Italiano.
Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni di prigionia e nel 2018 ricordato dal Liceo “Adolfo Pansini” di Napoli mediante l’esperimento di un vademecum ad uso e consumo della generazione 2.0, che tra poco affronterà gli esami di Stato.
Tra i relatori del convegno, aperto dal preside Salvatore Pace e moderato dal giornalista aversano Vito Faenza, i docenti Atalia Del Bene e Lucio Celot. Dei momenti, il rapimento e la morte di Aldo Moro, rimasti impressi nella mente di tutti gli italiani, come ricorda Angelo Puglisi, docente di istituzioni di diritto romano alla Federico II di Napoli.
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