Applausi a scena aperta per “Sonita”, il film della regista iraniana Rokhsareh Ghaem Magham scelto come spunto di dibattito per la tappa napoletana dello Human Rights Film Tour organizzato dal Ministero degli Affari Esteri della Confederazione Elvetica, il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Ginevra (Fifdh) e l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (Ohchr). Il festival itinerante, partito il 10 dicembre del 2017 in Pakistan, ha scelto Napoli come unica tappa italiana del suo tour mondiale che terminerà il 10 dicembre 2018, giorno del 70simo anniversario dalla firma della Carta dei Diritti Umani (che ha il compito di celebrare), dopo avere attraversato oltre 40 Paesi del Mondo.
“Sonita”, storia dell’omonima rapper iraniana che è riuscita a “salvarsi” da un matrimonio combinato attraverso i versi delle sue canzoni, è stato riprodotto in entrambe le sessioni della giornata napoletana, sia la mattina nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico II che nel pomeriggio presso la sala del Capitolo di San Domenico Maggiore, raccogliendo gli applausi degli studenti e del pubblico in sala. “Il problema dei matrimoni forzati – spiega la regista Rokhsareh Ghaem Magham – è legato alla carenza di opportunità delle donne: non sono educate, non sono istruite, c’è mancanze di lavoro e povertà. Alla base di tutto c’è l’inuguaglianza economica, oltre a tradizioni antiche sbagliate e non più adatte al mondo di oggi e alle esigenze delle persone di oggi. I Paesi del mondo occidentale stigmatizzano questi comportamenti, ma a loro volta alimentano un capitalismo sfrenato che è causa delle ineguaglianze del mondo”. “È difficile – continua la regista – essere registi in un Paese come l’Iran, ma c’è anche da dire che il 25 percento delle registe iraniane sono donne, una percentuale molto alta e che vuol dire molto”.
La tappa napoletana dello Human Rights Film Tour è stata aperta dai saluti del sindaco di Napoli Luigi de Magistris e dall’intervento dell’ambasciatore di Svizzera in Italia Giancarlo Kessler che ha ribadito: “La scelta di Napoli non è stata casuale. Abbiamo trovato una città molto accogliente e culturalmente vivace. Continueremo in futuro questa collaborazione”.
Tantissimi gli interventi di spessore nella giornata di lavori, tra questi quello di Teresa Boccia (dell’Aggi, l’organismo consultivo sulle istanze di genere di UN-Habitat dell’Onu), di Veronica Birga (a capo dello Human Rights and Gender Section dello Human Rights Office delle Nazioni Unite), di Riccardo Noury (portavoce italiano di Amnesty International), di Lorenza Faessler Pascuzzo (responsabile affari politici e giuridici dell’Ambasciata Svizzera), Egizia Petroccione (Head of International Advocacy and Policy Department di Save the Children) e Paolo Rozera, direttore generale Unicef Italia, ha dichiarato: “Importantissimo questo appuntamento per ricordare la firma della Dichiarazione dei Diritti Umani, importante che sia fatto a Napoli che è una città che della cultura e del rispetto dei diritti umani ha fatto la sua storia.
Importante ricordare perché dopo 70 anni i diritti nel mondo sono continuamente violati e in questo l’uomo è aberrante, perché trova sempre nuove modalità per violarli. In particolare in questa occasione parliamo dei diritti delle donne. Società estremamente patriarcali mettono tutt’oggi le donne all’ultimo posto mentre invece le donne sono fondamentali per la crescita dei popoli, a livello familiare, imprenditoriale e sociale. Parliamo della piaga dei matrimoni precoci, sono ancora tantissimi. Ad oggi ci siano 650mila donne che si sono sposate prima di compiere i 18 anni e più della metà di queste prima dei 15”. Nel pomeriggio, ad aprire i lavori gli interventi dell’Assessore alla Cultura del Comune di Napoli Gaetano Daniele, della delegata del Sindaco alle pari Opportunità Simona Marino e dell’assessore regionale alle Politiche giovanili, Serena Angioli.
Fondamentale per la riuscita dell’evento l’organizzazione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Il coordinatore Maurizio Del Bufalo spiega: “Organizzare una giornata di incontri ci è sembrato il modo migliore per ricordare che da settant’anni esiste questo documento importante che è la Carta dei Diritti Umani, che ha la stessa età della nostra Costituzione, ed è altrettanto dimenticato o comunque scavalcato. Abbiamo la guerra in Medio Oriente, alle porte di casa: è l’effetto della dimenticanza di questo documento, della mancanza del rispetto dei principi contenuti nella Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo”.
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