Il pianista Dario Candela incanta il pubblico aversano nella chiesa della Santissima Trinità. Il discepolo prediletto del compianto Aldo Ciccolini, che ricordiamolo è stato uno dei più importanti pianisti al mondo del ventesimo secolo, con un lungo recital, che era inserito nella rassegna Cimarosa Torna a Casa, promossa dal Comune di Aversa e dalla Regione Campania ha lasciato entusiasta tutti gli spettatori, concedendo anche alcuni bis. Candela ha prima affrontato alcune sonate del compositore aversano Domenico Cimarosa.
“Una forte emozione per me che ho presentato il mio lavoro sulle sonate di Cimarosa in diverse città del mondo. – ha detto Candela parlando con il pubblico – Suonare qui a pochi metri da dove venne al mondo il compositore, nella chiesa che custodisce il suo atto di battesimo e un bel busto in marmo che lo effigia. Per questo dico grazie al direttore artistico Giuseppe Lettieri, all’assessore Alfonso Oliva e al sindaco Enrico De Cristofaro, che mi hanno offerto questa opportunità”.
Candela, infatti, è il primo pianista italiano ad aver inciso tutto il ciclo delle 88 sonate dell’aversano. Esecuzione impeccabile la sua. Tocco gentile mai incerto, che restituisce a queste piccole composizioni cimarosiane, quel vigore e quella bellezza spesso perduta, quando le si ascolta dagli studenti, poiché le stesse fanno parte dei programmi di studio dei giovani pianisti. Tante perle, soprattutto l’ultima, la n. 88, che risente chiaramente del classicismo di fine Settecento e di una epoca musicale che cambiava, a dimostrazione che Cimarosa era pronto e che solo la morte nel 1801 gli impedì di consegnarci altri capolavori. Poi Candela ha voltato completamente pagina, affrontando la complessa Ballata in Si min. di Franz Liszt, che sicuramente non è una delle pagine più note del pianista ungherese, ma di grande fascino e virtuosismo, con dei fraseggi gravi e delle aperture melodiche, che solo un ottimo pianista può rendere nella sua totale bellezza.
Nella seconda parte poi una delle pagine e nel contempo complesse della letteratura pianistica: gli Studi Sinfonici op.13 di Robert Schumann. Qui l’agilità tecnica misurata con l’eleganza del tocco, con la estrema nitidezza della resa del suono, ti fa comprendere chiaramente il livello di Dario Candela, sicuramente tra i migliori pianisti italiani e non solo, della sua generazione. Al termine standing ovation del pubblico all’impiedi che impedisce a Candela di lasciare la tastiera. E così bis con Cimarosa e Rachmaninov, poi autografi e domande al Maestro, per una serata musicale ad Aversa da consegnare agli annali.