Arrestato, nel pomeriggio di ieri, P.P., 50 anni, l’uomo che, il giorno prima, si pensava fosse rifugiato nella propria abitazione dopo aver messo a segno una rapina di poco conto. Alla fine, quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell’abitazione dopo che i vigili per un intero pomeriggio, sino alle 21, i carabinieri del reparto territoriale, coordinati dal tenente colonnello Antonio Forte e dal capitano Flavio Annunziata, con tanto di giubbotti antiproiettile, sono rimasti in via Giuseppe Cesare Abba, all’incrocio con la via Nino Bixio che collega viale Kennedy a via Di Jasi, alle spalle della clinica San Paolo. Una strada di case con poche famiglie, non grandi condomini, nei pressi dell’abitazione di P.P., 50 anni, che, poco prima, aveva messo a segno una rapina.
I carabinieri non rilasciavano dichiarazioni in merito, ma era chiaro il timore che l’uomo si fosse barricato in casa e che potesse essere armato. Fuori, in strada, solo pochi curiosi, ma il clima era disteso. Insomma, dopo che, in un primo momento si era parlato di persona barricata in casa e armata, l’allarme iniziale pareva essere rientrato. In pratica, non si temeva che l’uomo potesse mettere in atto azioni eclatanti, tanto che, ad un certo punto, i carabinieri hanno anche smesso di indossare i giubbotti antiproiettile.
I militari sono rimasti sul posto sino alle 21, quando sono giunti in via Abba i Vigili del fuoco del distaccamento aversano che hanno provveduto ad aprire la porta. Una volta dentro i carabinieri hanno effettuato accurati controlli, ma di P.P. non vi era traccia. Dopo estese ricerche è giunta la cattura dell’uomo, che ora dovrà rispondere dell’accusa di rapina.