I palombari del Gruppo operativo subacquei (Gos) del Comando subacquei ed incursori della Marina Militare, distaccati nel locale Nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi), hanno portato a termine una delicata operazione subacquea, iniziata il 29 maggio scorso, attraverso la quale è stato rimosso e neutralizzato un pericoloso ordigno esplosivo issato a bordo dal “M/P Elisabetta Beatrice” durante una normale battuta di pesca.
Durante la mattinata del 29 maggio il peschereccio aveva rinvenuto tra le reti un manufatto cilindrico riconducibile a parte di un ordigno esplosivo e, per questioni di sicurezza, il natante era stato fatto ormeggiare in una banchina del porticciolo di Marina Piccola di Cagliari, sottoposta ad interdizione da parte della Capitaneria di Porto. La Prefettura di Cagliari ha richiesto quindi l’intervento urgente degli artificieri del Gos di Comsubin che, nel pomeriggio, hanno raggiunto l’imbarcazione per verificare ed eventualmente rimuovere l’ordigno.
Al termine dell’operazione, il comandante del Nucleo Sdai di Cagliari, tenente di vascello Gabriele Paparo, ha commentato: “A causa della situazione di pericolo imminente per la pubblica incolumità, abbiamo raggiunto immediatamente il ‘M/P Elisabetta Beatrice’ ed abbiamo riscontrato che sulla sua poppa era adagiato un cartuccere di una mina ormeggiata della seconda guerra mondiale con ancora i suoi 300 chili di esplosivo. La prima cosa da fare era quella di ripristinare le condizioni di sicurezza del porto, pertanto lo abbiamo rimosso con la massima cautela e lo abbiamo rimorchiato in una zona di sicurezza individuata dall’Autorità Marittima. Le operazioni tese alla distruzione di questo pericoloso manufatto bellico si sono concluse nella giornata odierna, attendendo le condizioni meteo favorevoli ed applicando le consolidate tecniche tese a preservare l’ecosistema marino. E’ importante raccomandare a chiunque dovesse imbattersi in oggetti di questo tipo, con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo o parti di esso, di non toccarli o manometterli in alcun modo, denunciandone il ritrovamento, il prima possibile, alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei carabinieri”.
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