Proseguono senza sosta le attività di demolizione di manufatti abusivi oggetto di sentenze di condanna passate in giudicato, situati nella Provincia di Caserta, come da protocollo d’Intesa tra il procuratore generale della Corte di Appello di Napoli e il procuratore della Repubblica del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – volte, in un territorio, qual è quello casertano, devastato dalle costruzioni realizzate in violazione di vincoli urbanistici, in modo da riaffermare instancabilmente e con il massimo impegno la legalità.
Nella mattinata di oggi è iniziata l’esecuzione della demolizione di un immobile abusivo, ad uso residenziale, ubicato a Castel Volturno, in via Potenza, località Salzano (ex Pagliosella). Il manufatto abusivo risulta completo è rifinito, ed è composto da un unico livello (piano rialzato), pilastri in cemento armato, solaio di copertura in latero cemento, avente una superficie di circa 180 metri quadrati e un’altezza totale fuori terra di 4 metri, costruito in zona “Rl” considerata di “rischio moderato” di inondazione, di cui al “Piano Stralcio per l’assetto Idrogeologico, predisposto dall’Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania”, nonché coperto da vincolo sismico e da vincolo di inedificabilità dal piano regolatore comunale.
L’ordine di demolizione, disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, prevede l’abbattimento del manufatto, l’acquisizione dell’area di sedime sulla quale insisteva il manufatto abusivo, l’attivazione delle procedure tendenti al recupero delle spese giudiziarie nei confronti del costruttore abusivo condannato con sentenza definitiva, l’integrale applicazione della normativa in tema di sicurezza nei cantieri e recupero dei materiali residuati dalle demolizioni. Si è proceduto alla demolizione scegliendo le condizioni meno onerose ed in tal senso, i lavori non sono stati affidati al Genio Militare, in quanto ciò avrebbe comportato l’accollo di costi di gran lunga maggiori rispetto al ricorso alla ditta privata individuata tra quelle in possesso della certificazione antimafia ed inserite in un elenco della Procura Generale.
La ditta in questione ha assicurato, tra l’altro, il regolare smaltimento e le spese di trasporto dei rifiuti in discarica autorizzata, la responsabilità civile verso terzi, la sicurezza degli operanti e gli “imprevisti”, fondamentali per evitare eventuale sospensione dei lavori, appunto, in caso di accadimenti sopraggiunti. Il costo finale è stato determinato in base alle tariffe del “prezzario regionale” dei lavori pubblici della Regione Campania che rappresenta i costi di un’operazione eseguita a regola d’arte. Va sul punto chiarito che l’Ufficio di Procura, come qualsiasi ufficio giudiziario, deve anzitutto perseguire l’obiettivo dell’affidabilità dei soggetti a cui viene affidato qualsiasi incarico di natura tecnica, per cui non può disporre gare, ma solo procedere ad affidamenti diretti fiduciari, sia pure nell’ambito di un elenco di ditte selezionate dalla Procura della Corte di Appello di Napoli.
La Procura sammaritana, pertanto, prosegue nella doverosa attività di demolizione dei manufatti abusivi, volta al ripristino dell’integrità del territorio, allo scopo di riaffermare i principi di legalità e giustizia in un Comune come Castel Volturno, in cui a lungo è stata praticata e alimentata l’illegalità urbana; e ciò grazie anche alla riorganizzazione e al potenziamento dell’Ufficio Demolizione, con personale di polizia giudiziaria, distintosi per capacità professionale, appartenente all’aliquota della sezione dell’Arma dei Carabinieri Forestale, ufficio che coordinerà le altre numerose procedure di demolizioni dei manufatti abusivi insistenti in Provincia di Caserta. L’attività di demolizione, come in genere l’attività di repressione/prevenzione, in realtà, sensibilizza le comunità a un uso del territorio appropriato e rispettoso; le demolizioni trasmettono il segnale inequivocabile che l’abusivismo viene combattuto fino in fondo e che, soprattutto, non conviene.
Peraltro, la Procura, nell’individuazione dei manufatti abusivi da abbattere, si conforma ai criteri di priorità stabiliti in sede distrettuale, di natura oggettiva e predeterminata, che non rispettano il solo ordine cronologico, ma che tengono conto del bilanciamento dei beni/interessi costituzionalmente rilevanti in gioco: il bene/valore dell’ambiente, della salvaguardia del territorio, dell’uguaglianza sostanziale, dell’equità, della ragionevolezza e solidarietà sociale, nonché della funzione della proprietà.