Napoli, “La chiave titanica”: esordio letterario di Marco Napolitano

di Redazione

Napoli – E’ stato definito il “Ken Follet” italiano (o meglio “Folle” come ha specificato scherzosamente l’autore stesso), Marco Napolitano (laureato in giurisprudenza, avvocato e imprenditore) ha riscosso un grande successo in occasione del suo primo libro: “La chiave titanica”. La presentazione del romanzo c’è stata ieri a Palazzo Alabardieri. Ospiti il medico e scrittore Giampaolo Porreca (che ne ha scritto la prefazione), la senatrice Diana De Feo e il giornalista Enzo Agliardi che ha moderato l’incontro. Un libro scorrevole, una storia che lascia il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.

“Ho scritto questo libro durante i miei viaggi. La storia è infatti ispirata alle esperienze che ho vissuto in giro per il mondo. Il protagonista si chiama David come il Davide che ha sconfitto Golia. Perché Smith dovrà affrontare dei nemici che sono dei veri e propri “giganti” della non conoscenza. Per la stesura del testo ho dovuto documentarmi sulla storia delle civiltà pre moderne e tribali come quelle Inca ma anche asiatiche. Poi mi è bastato indossare le mie cuffie con la mia musica preferita e il processo creativo è andato avanti da solo. Con questo libro spero di trasmettere le emozioni che ho provato durante i miei viaggi”, ha dichiarato Napolitano. Poi è arrivato il turno di Porreca: “In fondo ad ogni libro c’è qualcosa che non è mai chiaro fino in fondo. Il romanzo mi è piaciuto molto perché è di un autore napoletano ma che non parla di Napoli e soprattutto non è un noir. La storia è basata sulla ricerca di quei miti che hanno caratterizzato il nostro immaginario e fa continui salti nel tempo. È poi vi sono un grande rigore scientifico nel descrivere alcuni processi e fenomeni e una brillante conclusione. Non mancano alcuni aspetti strettamente personali come l’omaggio che l’autore fa alla madre, grande appassionata di geografia”.

Infine, le conclusioni affidate alla De Feo: “Un libro sorprendente e brillante che ci pone tante questioni e ci interroga: da dove veniamo? Ma soprattutto, dove andremo? Io mi sono letteralmente innamorata della storia e attraverso sua la lettura ho ripercorso molte fasi della mia vita”. La presentazione è terminata con un’affermazione dello stesso Napolitano: “Già sto scrivendo il secondo libro”. Quindi preparatevi perché il “Ken Folle(t)” italiano ha la penna molto “calda”.

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