Carinaro – Dopo un anno di reciproche accuse, la commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico mette fine, almeno per il momento, alla “faida interna” al circolo di Carinaro, confermando la validità del congresso tenuto l’11 giugno del 2017 e, di conseguenza, l’elezione del segretario Rosa Chiacchio (nella foto) e dell’attuale gruppo dirigente composto da 16 componenti (leggi qui la deliberazione). Dopo quel congresso, tenutosi tra le polemiche, uno degli iscritti, Stefano Masi, aveva proposto ricorso alla commissione regionale di garanzia del partito, vista l’impossibilità di funzionamento della Commissione provinciale di Garanzia di Caserta, competente in primo grado. Oggetto del ricorso erano: il tesseramento 2016 a Carinaro; le modalità di convocazione del congresso; l’assenza di parità di genere nel coordinamento cittadino. Il 3 agosto successivo, la commissione campana deliberava il non accoglimento delle prime due motivazioni, mentre la terza, quella sulla parità di genere, veniva accolta, annullando quindi l’elezione del segretario e della lista collegata. Contro questa decisione ricorrevano sia lo stesso Masi, per vedersi accolte le prime due motivazioni, sia la segretaria Chiacchio contro l’accoglimento della terza motivazione.
Il caso passava alla commissione nazionale che confermava l’infondatezza delle prime due motivazioni del ricorso di Masi in virtù del fatto che, secondo il regolamento, l’elezione del segretario e dell’assemblea nazionale prevede che eventuali ricorsi avverso la certificazione delle Anagrafi devono essere rivolti in prima istanza alla commissione provinciale per il congresso. E ciò, dagli atti depositati, non risultava. Per quanto riguarda, in particolare, le modalità di convocazione del congresso, la commissione nazionale ha preso atto che la sua omologa regionale ha verificato a suo tempo che la convocazione del congresso di Carinaro era stata autorizzata dal commissario Mirabelli”.
La commissione nazionale ha invece ritenuto fondata la motivazione relativa alla parità di genere. Tuttavia, spiega però la commissione nella sua deliberazione, “a livello di circolo deve essere applicata tenendo conto della singola situazione e delle relative circostanze. Non vi è dubbio che, visti i numeri spesso esigui degli iscritti ad un circolo, a volte vi è l’oggettiva impossibilità di rispettare tale norma, sia per il numero insufficiente di iscritti di uno dei due generi, sia per l’assenza di candidature di uno dei due generi necessario a rispettare la suddetta parità. Ed è effettivamente ciò che è accaduto a Carinaro: gli iscritti al circolo sono 104, di cui 32 donne, ma in presenza di una candidatura unica e di un’unica relativa lista collegata, le candidature avanzate da donne sono state soltanto 3 su 16. In presenza di tale circostanza sarebbe iniquo impedire al circolo di eleggere i propri organismi dirigenti ed ancora più iniquo ‘costringere’ alcune iscritte a candidarsi solo per salvaguardare l’aspetto formale della norma, aggirando la sostanza di una candidatura personale, libera e pienamente consapevole. E’ compito e dovere, tuttavia, del segretario eletto e del coordinamento fare tutto il possibile per aumentare il numero di donne nell’organismo dirigente, anche attraverso successive cooptazioni, qualora le condizioni di partenza succitate dovessero variare”.
Da qui la decisione di confermare l’elezione di Chiacchio e del gruppo dirigente che hanno commentato: “Con grande soddisfazione apprendiamo che sono state sancite la legittimità del tesseramento 2016 e la regolarità della convocazione dei lavori congressuali dell’11 giugno 2017 e che si è stabilita la corretta interpretazione della norma sulla parità di genere relativamente alla composizione degli organismi rappresentativi di circolo, ossia che tale norma va applicata tenendo conto delle situazioni locali e delle circostanze che possono verificarsi durante i lavori congressuali. Il supremo organo di garanzia del nostro partito, in questo modo, ha posto fine alla disputa innescatasi con la deliberazione della commissione regionale di garanzia, provocata dal ricorso di un singolo iscritto su 104, relativamente ai lavori congressuali del giugno 2017”. La segretaria Chiacchio e il coordinamento, intanto rimasti sempre in carica in attesa del procedimento e mai raggiunti da provvedimento interdittivo, ora dichiarano di aver trovato “nuovo slancio” poiché “ci è stato riconosciuto di aver sempre agito correttamente e nel rispetto delle regole e della legalità statutaria”. E colgono l’occasione per lanciare un invito a tutti gli iscritti e simpatizzanti: “Apriamo una nuova fase per il rilancio del Partito Democratico a livello locale, in Terra di Lavoro e a livello nazionale, affinché questo possa continuare a svolgere la funzione di governo che è propria di una grande forza riformista di stampo europeista”.