“Vivere sotto scorta è una tragedia e l’Italia è il Paese occidentale con più giornalisti sotto scorta perché ha le organizzazioni criminali più potenti e pericolose del mondo. Eppure, nonostante questo, invece di liberare dai rischi i giornalisti sotto protezione, Matteo Salvini, ministro degli Interni, li minaccia”. Queste le parole di Roberto Saviano che risponde, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, alla minaccia del ministro dell’Interno Matteo Salvini di togliergli la scorta. E’ stato intervenendo ieri, in mattinata, ad Agorà su Rai Tre, che il ministro dell’Interno ha detto che sulla scorta a Saviano “saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero. Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione”.
È dal 2006 che lo scrittore vive sotto scorta, da quando ricevette le minacce di morte da parte dei clan camorristici di Casal di Principe. “Le parole pesano – continua lo scrittore – e le parole del Ministro della Malavita, eletto a Rosarno (in Calabria) con i voti di chi muore per ‘ndrangheta, sono parole da mafioso. Le mafie minacciano. Salvini minaccia”. “Il 17 marzo, subito dopo le elezioni, Matteo Salvini ha tenuto un comizio a Rosarno. Seduti, tra le prime file, c’erano uomini della cosca Bellocco e persone imparentate con i Pesce. E Salvini cosa fa? Dice questo: ‘Per cosa è conosciuta Rosarno? Per la baraccopoli’. Perché il problema di Rosarno è la baraccopoli e non la ‘ndrangheta”, ha scritto ancora lo scrittore. In modo particolare, Saviano ricorda i continui attacchi del vice premier alle minoranze: “Matteo Salvini è alla costante ricerca di un diversivo e attacca i migranti, i Rom e poi me perché è a capo di un partito di ladri: quasi 50 milioni di euro di rimborsi elettorali rubati. Parla di tutto e se la prende con gli ultimi perché le persone non devono sapere che il suo partito ha rubato allo Stato milioni e milioni di euro. Parla alla rabbia di persone ignare che non sanno che i primi obiettivi di quegli imbrogli sono loro”. “Eppure, il Ministro della Malavita prendendomi come suo bersaglio, mi restituisce alla parte cui appartengo – continua a scrivere Saviano – Salvini ha scelto i suoi nemici: gli italiani del Sud, italiani di cui non si occupa e di cui non si occuperà mai, gli stranieri che vivono e lavorano in Italia, le ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, ragazzi che parlano italiano, ‘che amano italiano’. I suoi nemici sono i Rom”. “E tra gli italiani dimenticati dalla politica e dalle istituzioni, tra gli stranieri indicati come bersagli da colpire, ci sono io. Salvini con le sue minacce mi ha restituito alla parte cui appartengo, mi ha restituito agli ultimi. Sono uno di loro, ed esserlo mi rende fiero”, conclude lo scrittore.
La replica di Salvini – “Sciascia anni fa parlava dei ‘professionisti dell’antimafia a chiacchiere’. E mentre Saviano insultava io ero in una periferia romana per restituire ai cittadini una villa sequestrata ai Casamonica”, ha replicato Salvini. “C’è chi la mafia la combatte chiacchierando e guadagnando quattrini – commenta Salvini – e chi, nel suo piccolo, oggi nel Lazio, poi in Calabria, poi in Toscana, la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta la combatti portandogli via i quattrini. Io lascio i chiacchieroni chiacchierare e faccio il mio lavoro”.