Un mese fa ci lasciava Emilia, moglie del nostro storico collaboratore Antonio Arduino: il suo ricordo

di Antonio Arduino

Aversa. Un mese fa mia moglie è volata in cielo. La data ufficiale della morte è il 16 maggio ma era il 10 maggio quando mi sono reso conto che non ce l’avrebbe fatta a vincere contro l’infezione che la stava aggredendo. Era il giorno del suo compleanno quel giovedì e il lunedì precedente avevo chiesto al cappellano del Policlinico, padre Raul, di venirle a portare la comunione per festeggiare il giorno del compleanno convinto che stesse in fase di recupero ma quella mattina, quando sono andato a messa nella cappella del Policlinico, dove si celebrava il sabato pomeriggio, il lunedì e il giovedì mattina ho dovuto chiedere a padre Raul di venire da Emilia non più per festeggiare il compleanno ma per dare l’estrema unzione alla compagna della mia vita. Emilia tornava in cielo nel giorno della sua nascita. E’ vero che il suo corpo era lì, disteso nel lettino e che ascoltando il suggerimento di uno specialista avevo deciso, insieme con i miei figli, di tentare l’ultima carta, la dialisi, che avrebbe dovuto disintossicarla dei farmaci che le avevano avvelenato il sangue distruggendole l’organismo ma è stata una scelta dettata dalla speranza del miracolo.

Un miracolo che non è avvenuto perché nei sei giorni seguenti Emilia non si è risvegliata più, non ha dato più segni di vita se non quelli legati alle macchine che la mantenevano l sospesa in un limbo artificiale mentre la sua anima era volata già nel cielo. Tant’è che sia mio figlio Stelvio che mia nipote Manuela l’avevano già sognata in paradiso felice, serena e gioiosa. Poi l’ho sognata anche io. Per due volte mi è stata vicina. La prima volta è venuta a salutarmi raggiungendo, sotto forma di farfalla, l’oblò dell’aereo che mi avrebbe portato in Kenya dove, vivendo con mio figlio Stelvio, che lavora in quel paese, sono andato con la speranza di riprendermi dal dolore. La seconda volta dopo 15 giorni dalla morte.  Era un giovedì. E’ venuta in sogno e mi ha detto di aver avuto il permesso di venire per dirmi che era felice, che stava bene e che mi aspettava. Con la speranza di raggiungerla, meritando il Paradiso che lei ha già conquistato, andrò avanti fino a quando Dio vorrà.

Oggi, a trenta giorni dalla morte, è il momento del ricordo. Un ricordo che ho ogni giorno e che oggi celebrerò a Nairobi, in una chiesa italiana insieme ad un gruppetto di connazionali, mentre i miei familiari e amici, insieme a tutti quelli che le volevano bene, potranno celebrare nella chiesa di San Francesco, dove il nostro padre spirituale, don Pasqualino De Cristofaro, officerà il rito del trigesimo alle ore 18 di lunedì 18 giugno.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico