Una laurea ad honorem alla memoria per la sua bravura. La danza e la psicologia le sue passioni. Aveva ancora il viso di una ragazzina Virginia Musto, la ventunenne di Aversa, deceduta in un tragico incidente verificatosi all’alba di un sabato di febbraio dello scorso anno, intorno alle 4, sull’Asse Mediano, tra le uscite di Afragola e Frattamaggiore. E come tutte le ragazzine della sua età amava divertirsi. Era piena di gioia di vita che trasmetteva agli altri, a chi le era vicino.
Il suo sogno era quello di diventare psicologa e per questo si era iscritta alla facoltà di Psicologia dell’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, dopo aver frequentato con profitto il locale liceo classico “Domenico Cirillo” di Aversa. Un sogno che ha coronato grazie all’impegno di suo padre Paolo che da quel giorno, come aveva già fatto da quando Virginia era nata, continua a vivere per lei, per quell’unica figlia nella quale aveva riposto tutte le sue speranze.
«Dopo un anno in cui ho profuso impegno e tempo affinché a Virginia venisse riconosciuta una laurea ad honorem, – ha scritto sul proprio profilo Paolo Musto – finalmente lei ha avuto quello che poteva e non ha potuto. Per la mia anima oggi è stato un tormento, un meraviglioso tormento, ma sono felice dei passi che ho fatto». L’amore per Virginia non si ferma, però, qui. Papà Paolo preannunzia: «Ora, il 27 giugno, in occasione del suo 22esimo compleanno, si terrà una serata per ricordare Virginia e festeggiare la sua laurea, all’auditorium “Bianca D’Aponte” (un’altra giovane morta improvvisamente) con la partecipazione di un’artista musicale. Vivo la sua vita. Vive in chi la ama. A mia figlia queste parole, caldo raggio della vita mia, nel suo silenzio anche un sorriso può fare rumore. Amore e bene infinito Virginia Musto. Una dolce e meravigliosa ragazza, vive in me, vive in chi la ama».
Un dolore estremo, enorme, per i suoi genitori. Virginia, infatti, era figlia unica e ha lasciato in quella casa di via Presidio, in pieno centro storico di Aversa, un vuoto incolmabile. Papà Paolo e mamma Annamaria non hanno più lacrime da versare per quella che era il loro vanto. Una figlia bella e brava alla quale la vita avrebbe dovuto riservare ben altre sorprese che una laurea alla memoria. Il suo destino crudele, la sua fine, la sua morte assurda, come lo sono tutte le morti di giovanissime, coinvolse con lei anche la sua migliore amica, Marika A., di poco più grande di Virginia, che abita nella stessa strada, che era sempre con lei. Marika, infatti, era alla guida di quella maledetta Daewoo Matiz che, quella maledetta notte, sbandò, effettuando una carambola mentre stavano tornando a casa dopo aver trascorso una serata insieme in discoteca.