Aversa, la movida “moribonda” di Via Seggio

di Antonio Arduino

Aversa – Il problema della movida tormenta i residenti di tantissime zone diverse, in particolare quelli di via Sergio che, per cercare rimedio ad una situazione che impediva letteralmente loro il sonno, avevano creato un “Comitato per la Vivibilità” della zona. Problema che, tuttavia, sembra si stia esaurendo da solo. Almeno è quanto avrebbero constatato esponenti del comitato che hanno effettuato una valutazione numerica degli esercizi presenti nella zona nel 2016 e nel 2018. Il risultato ha dell’incredibile: a fronte dei 36 presenti nel 2016, nel 2018 gli esercizi si sarebbero ridotti a 5 bar e 2 pub essenzialmente. La ragione, probabilmente, va individuata nell’attività di controllo della zona effettuata non più solo dalla Polizia municipale ma da un nucleo interforze che avrebbe praticamente verificato la regolarità degli esercizi presenti, il rispetto delle ordinanze e attuato controlli continui sulla vendita di alcol e spaccio di droga.

“Sì. E’ così. – conferma uno dei componenti del Comitato per la Vivibilità di via Seggio – Controlli, sanzioni per situazioni illegali, affitti esosi, 1000/1200 al mese per pochi metri quadrati, hanno permesso di ridurre drasticamente il numero degli esercizi di somministrazione presenti nel tratto di via Seggio compreso fra la chiesa della Madonna di Casaluce e piazzetta San Paolo. “Grazie ai controlli – dice – negli ultimi tre anni sono stati chiusi tre esercizi dal tribunale Napoli Nord perché erano centrali di spaccio e da quando, finalmente, è operativa e reale l’azione delle Interforze che interagiscono con i vigili urbani, gli incassi diminuiscono”.

La conseguenza sarebbe che molti esercenti si sarebbero indebitati e non avrebbero la possibilità di pagare il canone di locazione e le tasse. “Fino ad oggi – ipotizza il componente del comitato – con l’aiuto di commercialisti hanno attinto a fondi regionali, così hanno aperto bugigattoli ma dopo aver fatto un po’ di incassi sono scappati senza pagare chi aveva affittato loro i locali”. Un esempio per tutti è quanto accaduto ad un locale, tuttora sfitto, malgrado fosse stato preso in locazione da un nuovo gestore che dopo aver eseguito anche lavori di ammodernamento nel giro di poco più di un mese ha chiuso i battenti. E pensare che per ottenere questi risultati è bastato attivare controlli per garantire il rispetto delle ordinanze sindacali con la collaborazione tra forze di polizia.

“Se l’avessero fatto prima ci saremmo risparmiati tanti problemi”, commenta l’esponente del comitato, aggiungendo che sarebbero in arrivo altre iniziative comunali finalizzate a rendere duraturo il miglioramento della vivibilità della zona, prevenendo il dissanguamento economico delle casse comunali che potrebbe arrivare a seguito delle denunce fatte contro il Comune da cittadini stanchi di essere prigionieri in casa propria, come accaduto in tante città italiane dove, alle denunce, sono seguite sentenze di risarcimento riconosciuto ai residenti delle strade della movida che condannano i Comuni al pagamento di grosse somme.

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