Docente di Aversa aggredito a Roma, il premier Conte lo chiama: “Tieni duro”

di Nicola Rosselli

Il premier Giuseppe Conte ha chiamato il professore di Aversa, Umberto Gelvi, che lo scorso mercoledì era stato aggredito dai genitori di uno studente di origine albanese in un istituto superiore di Roma (leggi qui). “La telefonata – racconta il giovane docente, 23 anni – mi è arrivata venerdì sera verso le 19, mentre ero in treno di ritorno da una trasmissione tv. Quando il presidente mi ha detto ‘Ciao, sono Giuseppe Conte’. Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Un’emozione incredibile”. Ancora provato per l’aggressione subita da un padre infuriato che gli è costata un trauma cranico, problemi alla rachide cervicale e segni di tentato soffocamento (“Sono ancora dolorante, la schiena fa molto male”, dice), il docente di disegno tecnico dell’istituto capitolino appare visibilmente toccato.

Ma che cosa gli ha detto esattamente il presidente del Consiglio? “Abbiamo parlato più di dieci minuti – spiega Gelvi – come fossimo due vecchi amici. Il premier mi ha dapprima espresso la solidarietà del governo, e poi mi ha invitato a tenere duro, ad andare avanti con la denuncia e a non farmi scoraggiare da quello che è successo perché il popolo italiano è dalla mia parte e Conte ha tenuto a farmelo sapere. Le sue sono state parole piene di affetto, che mi hanno dato una grande forza. Ho risposto al premier che non sarà questo incidente a togliermi la passione che provo per l’insegnamento”.

All’indomani dell’aggressione, Gelvi aveva fatto sapere: “Non ho paura di tornare in classe ad insegnare. L’insegnamento è una missione e non è solo un modo di dire. Dare, trasmettere qualcosa di tuo ai ragazzi è una sensazione bellissima” (leggi qui).

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