Innovazione tecnologica nella diagnosi e innovazione tecnologica e genomica nella patologia di genere. Sono questi i temi al centro del congresso promosso dal Cmo svoltosi nell’Aula Magna del Centro congressi dell’Università Federico II, in via Partenope. Ad un uomo su sei nell’arco della propria vita viene diagnosticata una neoplasia prostatica, mentre nell’ambito della patologia mammaria, ad esempio, è stato stimato che almeno il 7% delle neoplasia sia su base eredofamiliare. Una fetta consistente di tumori ha dunque una forte e spesso prevalente base ereditaria.
Questa considerazione ha condotto i ricercatori che operano nel campo dell’oncologia a variare negli ultimi decenni l’approccio alla patologia neoplastica; alla mera finalità curativa e preventiva tradizionale (individuazione della malattia in fase pre-clinica) si sono infatti affiancate le notevoli capacità della Genomica nel campo della stratificazione dei pazienti (identificazione di fattori di rischio, creazione di programmi di screening “personalizzati”) e delle terapie mirate (terapia genomica, selezione del trattamento in base al profilo genetico/genomico). Tali capacità si traducono in diagnosi precoce e migliore terapia. Ed è questo l’obiettivo del convegno che si è aperto con i saluti del presidente della scuola di medicina dell’Università Federico II, Luigi Califano, e con la lettura magistrale di Annamaria Colao, coordinatore scientifico del simposio, sul futuro della ricerca biomedica.
Tanti gli esperti presenti al convegno durante il quale sono state trattate le applicazioni della genomica nelle neoplasia del sistema nervoso centrale, della tiroide ed endocrine in generale. Si è fatto anche ampio riferimento a quanto gli avanzamenti diagnostici, specie nel campo dell’imaging di Risonanza Magnetica del Sistema Nervoso Centrale e della Medicina Nucleare abbiano migliorato le performance diagnostiche di queste forme tumorali. Nella sessione pomeridiana si è tratto, invece, di innovazione tecnologica e genomica nella patologia “di genere”, focalizzando l’attenzione sui due grandi topic della patologia neoplastica femminile e maschile, mammella e prostata. Annamaria Colao, endocrinologo tra i quindici scienziati italiani più accreditati al mondo, l’endocrino chirurgo Stefano Spiezia, l’oncologo Antongiulio Faggiano, Sabino De Placido, il genetista molecolare Chiappetta l’urologo Mirone e l’oncologo professor Patrizio Rigatti, il medico noto anche per aver operato Berlusconi, sono solo alcuni dei nomi intervenuti al simposio organizzato da Imma Riccardelli e promosso dal Cmo diretto da Luigi e Francesco Marulo.
Un laboratorio di genomica all’avanguardia consente al Cmo di Torre Annunziata di fare moltissimi test oncologici che sono indicativi per la terapia del paziente ma soprattutto per l’approccio chirurgico, fondamentale per sapere se il paziente è affetto da mutazione genetica ed è stato anche elaborato un kit per far fare il prelievo direttamente dal chirurgo di fiducia e quindi avere il campione anche da un’altra città o regione perché con questi kit è possibile controllare in ogni momento il percorso compiuto dal campione raccolto che dunque è costantemente monitorato. Due kit, uno blu per i tessuti (colon, polmone, tiroide e ovaio) e uno rosso dedicato esclusivamente alla mammella. Al Cmo non sono previste liste di attesa e infatti molti pazienti scelgono questa struttura da tutta Italia, in particolar modo da tutto il Sud e dal Lazio.
Il laboratorio di anatomia patologica è all’avanguardia per tutti i test di genomica oncologica, ma anche per la farmacologia e altre patologie. La medicina nucleare consente di fare numerosi test per la neurologia, ma anche in questo settore si riscontrano eccellenze come i test realizzati con il rame. Poche sono le strutture in Italia che hanno la possibilità di utilizzare questo radio farmaco che ha requisiti particolarmente vantaggiosi in quanto viene smaltito velocemente e rende immagini molto nitide. Per quanto riguarda la prostata il laboratorio è all’avanguardia proprio per la capacità tecnologica di fare la Pet con rame e la multiparametrica e quindi molti pazienti arrivano anche dal Nord Italia. “L’elevato standard tecnologico nel campo della genomica in oncologia e il monitoraggio costante consente dunque di invertire in molti casi la tendenza ad andare fuori regione e anzi attira molti pazienti in Campania”, spiega Imma Ricciardelli, responsabile della segreteria scientifica del congresso.
IN ALTO IL VIDEO