Arriva la definitiva condanna all’ergastolo per Antonio Iazzetta, imputato con l’accusa di essere il killer che, durante la sanguinosa rapina in una gioielleria di Maddaloni, il 27 aprile 2013, uccise l’appuntato dei carabinieri Tiziano Della Ratta, 27enne beneventano di Sant’Agata dei Goti, sposato e con un figlio. Nel conflitto a fuoco rimase ferito il maresciallo capo Domenico Trombetta, di Marcianise, salvatosi miracolosamente nonostante le gravi ferite riportate. Feriti anche due dei componenti della banda che mise a segno la rapina, Angelo Covato, 18 anni, e Vincenza Gaglione, di 30, che a distanza di pochi giorni l’uno dall’altra morirono all’ospedale di Caserta. La prima sezione della Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi proposti da tutti gli imputati, confermando l’ergastolo per Iazzetta e disponendo solo alcune lievi correzioni per altri cinque imputati. Rispetto all’originaria sentenza, per altri cinque componenti della banda sono state disposte riduzioni di pochi mesi per una serie di altre rapine.
Per quell’episodio sono andati a processo 11 persone, tra esecutori materiali della rapina, basisti e collaboratori. La sentenza di primo grado, giunta nel 2015, pronunciata dal giudice Sergio Enea del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, inflisse il massimo della pena ad Antonio Iazzetta, 26enne di Acerra, uno dei due malviventi che fecero fuoco quella mattina; 20 anni al napoletano Antonio Capone; 19 anni e 4 mesi a Paolo Brucci, casertano di San Felice a Cancello; 17 anni e 3 mesi per Antonio Mastropietro, di Maddaloni; 17 anni e 6 mesi per Bruslin Djordjevic, nativo di Foligno; 17 anni e 3 mesi al maddalonese Antonio Mastropietro; 15 anni e 6 mesi all’acerrano Domenico Ronga; 12 anni e 7 mesi al napoletano Giuseppe De Rosa; 12 anni e 2 mesi al napoletano Rosario Esposito Nuzzo; 7 anni e 6 mesi a Luca Aprea, di Pozzuoli; 4 anni a Rosa Farina, maddalonese.
Della Ratta e Trombetta quel giorno erano sul posto perché indagavano proprio su alcuni movimenti sospetti denunciati dal titolare della gioielleria. Al momento dell’irruzione dei rapinatori, i due militari dell’Arma, in forza alla compagnia di Maddaloni, si trovavano nel retrobottega con il titolare dell’oreficeria per visionare i filmati delle telecamere a circuito chiuso dell’attività commerciale proprio allo scopo di individuare chi fossero quelle persone che da qualche giorno sembravano studiare i dettagli di un possibile colpo ai danni della gioielleria. I carabinieri, accortisi di quanto accadeva nel negozio, uscirono dal laboratorio ordinando ai banditi di fermarsi. Il primo a venir fuori e ad imbattersi contro i malviventi, armati ed a volto scoperto, fu Trombetta. Ne nacque una sparatoria che proseguì in strada. La banda riuscì a fuggire, a terra rimasero l’appuntato scelto Della Ratta, morto per le gravi ferite riportate, e due malviventi (Gaglione e Covato) feriti e poi deceduti in ospedale.
I funerali di Stato per Della Ratta vennero officiati il 1 maggio 2013 nel Duomo di Sant’Agata de’ Goti, alla presenza di autorità di governo e del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, di tantissime autorità della Regione ed una folla di cittadini. Dopo il conferimento della medaglia d’oro al valor militare, a Della Ratta è stata intitolata la caserma dei carabinieri di Mignano Montelungo.
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