Incendio Caivano: il giorno dopo tra paure, moniti, accuse e dubbie soluzioni

di Antonio Taglialatela

“Ho ancora negli occhi le immagini dell’ennesimo terribile rogo che ha riguardato la nostra terra. Purtroppo ci troviamo ad affrontare l’ennesima emergenza, consapevoli che non si possa più andare avanti così”. E’ il commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vincenzo Spadafora, che stamani si è recato sul luogo del maxi incendio divampato ieri, intorno alle 13, nel piazzale della ditta di recupero rifiuti “Di Gennaro Spa”, con sede a Caivano, nel Napoletano, nella zona industriale della frazione Pascarola (guarda il video). In fiamme numerose “balle” di carta e plastica, derivanti dalla raccolta differenziata dei comuni che affidano lo smaltimento di tali frazioni alla società dell’hinterland a nord di Napoli. Una densa nube nera si è levata dalla zona, visibile a chilometri di distanza, anche dai confinanti comuni dell’agro aversano, in provincia di Caserta. “Spero che questo triste episodio possa servire a mettere tutti attorno ad un tavolo, a cominciare dal ministro Sergio Costa che so che sta facendo un lavoro preziosissimo”, dichiara Spadafora, che assicura: “Insieme alle mie colleghe del territorio Conny Giordano, Iolanda Di Stasio, al sottosegretario Salvatore Micillo, ma anche allo stesso vicepremier Luigi Di Maio, faremo tutto il possibile per liberare il nostro territorio da questi episodi. Seguirò personalmente quanto accadrà questi giorni, presto capiremo dalle indagini quale è stata l’origine del rogo e di chi sono le responsabilità. Ma, in questo momento, mi sento di abbracciare tutte le persone del territorio, perché sono consapevole di quanto il problema sia di chi ci vive, delle nostre famiglie, della nostra gente e noi non possiamo più permettere che ciò continui ad avvenire, a maggior ragione adesso che siamo al Governo”.

IL MINISTRO COSTA: “SORVEGLIARE I SITI” – “Accelerare i tempi per rendere i siti sorvegliati speciali”. Lo chiede il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il quale sottolinea: “Non è possibile che episodi simili avvengano con una tale frequenza. Chiedo a tutte le Prefetture d’Italia di accelerare i tempi per rendere i siti sorvegliati speciali. Proprio la settimana scorsa è stato avviato il piano di monitoraggio con le Prefetture in base al protocollo stipulato con il ministero dell’Interno: i siti di stoccaggio sono diventati siti sensibili, un’ulteriore garanzia preventiva per il cittadino e per l’imprenditore che può subire un eventuale danno. Questo consentirà controlli maggiori e costanti”.

M5S CAMPANIA: “FISSARE LIMITI AD AUTORIZZAZIONI” – Sulla vicenda intervengono anche i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione e Tommaso Malerba: “A meno di un mese dal rogo di un deposito di stoccaggio a San Vitaliano, una nuova bomba ecologica sta infestando Terra dei Fuochi. L’incendio di Pascarola ci fa capire che se precedenti governi avessero dato attuazione a misure come quelle previste oggi non ci troveremo a vivere una nuova emergenza ambientale di questa portata”. “E’ più che mai urgente – sostengono i pentastellati – aggiornare il sistema delle autorizzazioni che vengono rilasciate a queste società, fissando paletti rigidi in ordine ai quantitativi di materiale da lavorare in impianti come quelli di Caivano e San Vitaliano, così da conoscere la reale quantità di rifiuto depositato. Fissarne limiti precisi, infatti, può evitare che un eccessivo accumulo di materiale da smaltire finisca per occupare anche aree non autorizzate generando enormi difficoltà di intervento in caso di emergenze come quella dell’incendio. Nello stesso tempo bisogna operare su un sistema di prevenzione più efficace con misure antincendio efficienti. Nello stabilimento di Caivano ci siamo trovati al cospetto di una situazione paradossale, con un unico viale di accesso lungo il quale si alternavano in entrata e uscita i mezzi dei vigili del fuoco e i mezzi impegnati ad evacuare il materiale stoccato per evitare che finisse per alimentare le fiamme”.

INCIDENTE O DOLO? INTANTO C’E’ RISCHIO BLOCCO RACCOLTA – Il giorno dopo, mentre il rogo, nonostante sia stato circoscritto, continua a produrre fiamme e fumo, mettendo in allarme i sindaci e le popolazioni della zona, che hanno chiesto incontri urgenti con le istituzioni nazionali e regionali, ci si chiede se l’episodio sia stato accidentale o doloso. Saranno le indagini a stabilirlo. Sta di fatto che potrebbe scattare anche il blocco della raccolta rifiuti, soprattutto nei comuni casertani che già da settimane hanno subito rallentamenti a causa del guasto parziale del termovalorizzatore di Acerra e i problemi di conferimento presso gli impianti Stir di Santa Maria Capua Vetere e Gesia di Pastorano.

DI GENNARO: “SISTEMA AL COLLASSO” – Intanto, Giuseppe Di Gennaro, amministratore delegato della “Di Gennaro Spa”, fa sapere che la sua azienda aveva comunicato ai Comuni, agli operatori di raccolta, alla Regione Campania, alle Prefetture campane e ai Consorzi Conai e Corepla di non essere suo malgrado nella condizione di ricevere conferimenti aggiuntivi per supplire al fermo degli altri impianti, proprio per evitare di superare i limiti di stoccaggio autorizzati e per non accrescere ulteriormente il rischio di incendi. Il problema principale è, infatti, legato ad un sistema di raccolta differenziata che privilegia la quantità senza tener conto della qualità, ciò comporta una notevole produzione di sovvalli da smaltire, proprio quando il sistema degli smaltimenti in Italia è al collasso. Perfino il sistema dei consorzi del “Sistema Conai” fatica a gestire gli scarti di sua competenza e quindi ad assicurarne l’asporto a fine lavorazione. “Con la scia degli incendi nelle piattaforme, era purtroppo cominciato il nostro incubo. – commentano dalla Di Gennaro – Negli ultimi mesi, preoccupati per quanto stava accadendo da Nord a Sud, abbiamo intensificato ancora di più la nostra azione preventiva: turni ininterrotti per monitorare l’azienda, un sistema antincendio all’avanguardia e personale qualificato, recentemente anche l’acquisto di un’autobotte per intervenire in modo immediato in caso di fiamme”. “Ci conforta – continuano dall’azienda – la solidarietà di tutti i dipendenti e delle loro famiglie e di quanti sanno che la nostra azienda, attiva da generazioni, ha sempre operato e continuerà ad operare nel pieno rispetto della normativa ambientale. Siamo cittadini di questo territorio, qui viviamo e lavoriamo, e siamo i primi a chiedere che si possa presto fare chiarezza su quanto accaduto. Ci auguriamo, inoltre, che questo incendio sia da monito ai consorzi nel garantire una sollecita risposta alla collocazione di materiali selezionati che allo stato attuale non riescono a trovare sbocco”.

SALVESTRINI (POLIECO): “IMPRESE CHIUDANO DINANZI A INADEMPIENZE ISTITUZIONALI” – “Dinanzi ad un sistema della raccolta differenziata totalmente viziato e alle inadempienze istituzionali che si sono registrate negli ultimi anni, il passo di responsabilità adesso devono necessariamente farlo le imprese”. Così Claudia Salvestrini, direttrice del Polieco, consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene, secondo cui “le imprese devono evitare questi disastri, opponendosi a qualsiasi ente o organismo che pretenda di farle lavorare in condizioni di non sicurezza. E’ molto meglio chiudere l’impianto che continuare ad introitare materiali, mettendo a serio rischio i lavoratori, l’ambiente e la salute”.

SINDACO AVERSA: “BASTA, OCCORRONO SOLUZIONI URGENTI” – “Leggo, purtroppo, tanti interventi di rassegnazione e sfiducia nei confronti delle Istituzioni e di chi dovrebbe intervenire in queste circostanze. Mi spiace per chi demorde ma noi non ci arrendiamo”, dichiara il sindaco di Aversa, Enrico De Cristofaro, che ha chiesto un incontro urgente con il ministro Costa e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Anche se la città normanna, tra i più grandi centri del Casertano, non utilizzava l’impianto di Caivano, l’incendio rappresenta un problema che comunque può coinvolgerla, dal momento che i comuni che finora conferivano alla “Di Gennaro” nei prossimi giorni cercheranno di trasportare i rifiuti in altri impianti, magari quelli convenzionati con l’amministrazione aversana, col rischio di un blocco totale. “Noi non ci sottraiamo al ruolo di responsabilità che ci compete – sottolinea De Cristofaro – e, per questo, chiediamo interventi ad horas, da parte del Governo centrale e regionale, per salvaguardare la salute pubblica e l’ambiente”.

SINDACI IN ALLARME – Anche altri sindaci della zona al confine tra Napoli e Caserta, come Cesa, Succivo, Sant’Arpino, Orta di Atella, Gricignano e Frattaminore, ieri sera si sono riuniti per discutere della situazione e stilando un documento congiunto per far giungere a tutti i livelli istituzionali le preoccupazioni delle comunità interessate e chiedere, ancora una volta, interventi concreti per far fronte a tale drammatica situazione. Il sindaco di Marcianise (città casertana confinante con Caivano), Antonello Velardi, ha emesso un’ordinanza che dispone per i cittadini l’obbligo di lavare in modo efficace i prodotti agricoli; ai presidi ospedalieri di chiudere le bocche di aspirazione delle sale operatorie e delle sale e delle camere di degenza; ai responsabili dei mercati ortofrutticoli di invitare gli acquirenti a lavare i prodotti alimentari in modo efficace; alla popolazione esposta di uscire il meno possibile al fine di evitare l’eventuale esposizione alle sostanze aero disperse prodotte durante l’incendio; di chiudere porte ed infissi per quanto possibile.

ARPAC, PRESCRIZIONI A 8 COMUNI – Anche l’Arpac, dopo un sopralluogo sul sito, ha fornito una serie di prescrizioni da rispettare negli 8 Comuni situati a ridosso dell’epicentro del disastro. Si tratta di Caivano, Cardito, Acerra, Afragola, Frattamaggiore, Marcianise, Orta di Atella e Crispano. Alla popolazione si chiede di lavare i prodotti a agricoli prima di consumarli così come ai commerciati di comunicarlo in modo chiaro. Si raccomanda di uscire il meno possibile per evitare esposizione alle sostanze prodotte e di tenere per quanto possibile le finestre chiuse. Disposizioni anche per i presidi sanitari: si consigliare di spegnere gli impianti di climatizzazione di sale operatorie e radiologia due presidi ospedalieri: la clinica Villa dei Fiori di Acerra e l’ospedale di Frattamaggiore.

RETE: “SINDACI ATELLANI INCONCLUDENTI” – Ma c’è anche chi lancia accuse contro i politici che ora chiedono aiuto alle istituzioni. La “Rete di Cittadinanza Attiva e Comunità” considera come “un nulla di fatto” l’incontro di ieri sera tra i sindaci di Succivo, Sant’Arpino, Frattaminore, Gricignano di Aversa, Cesa e Orta di Atella: “Tra amministratori che si ergono a professionisti della tutela ambientale, salvo poi scoprire che non conoscono nemmeno quali sono le competenze amministrative a vari livelli di politica, atteggiamenti remissivi, il tutto farcito con una buona dose di caciara, l’incontro ha prodotto solo un impegno a diffondere una nota congiunta dei comuni, con invito ad altri primi cittadini ad unirsi nella causa accomunante e la promessa dell’organizzazione di manifestazione pubblica; possiamo di esserne usciti abbastanza sconfortati. Un’attesa infruttuosa”.

RETE: “LONGA MANUS DELLA CAMORRA” – Poi la Rete si esprime sull’incendio: “L’incendio che ha interessato la Di Gennaro Spa, a così breve distanza dal precedente di San Vitaliano, lascia trasparire tutto, fuorché la presenza dello Stato nella sempiterna problematica della gestione dei rifiuti. Anzi, alimenta il sospetto che dietro questi tragici eventi ci sia una regia, un disegno preciso che la longa manus della camorra stia mettendo in atto per accaparrarsi l’affaire altamente remunerativo (si parla di introiti maggiori di quelli derivanti dal traffico di droga) dello smaltimento dei rifiuti, specie in periodi di emergenza. Ipotesi ormai più che concreta. La priorità assoluta, come chiesto da noi e come ha evidenziato anche il portavoce Enzo Tosti all’incontro di ieri sera, è quella di obbligare l’azienda interessata dalle fiamme a fornire celermente un elenco di tutti i materiali combusti al fine di conoscere le particelle che tanti cittadini hanno dovuto incolpevolmente assumere ed adottare contromisure efficaci per tutelare la propria salute. E successivamente chiedere con forza che venga adottato dalle Prefetture quanto disposto dal ministero dell’Interno, su indicazione del ministero dell’Ambiente, di monitorare costantemente tutti i siti a vocazione monnezza, affinché questi episodi non si ripetano. A latere ci sarebbero ulteriori considerazioni da fare: scandalosa lentezza nell’intervento di spegnimento (vigili del fuoco e forze di polizia sono arrivate dopo più di un’ora dal primo avvistamento della colonna di fumo nero) e inconcludenza degli organi preposti alla tutela ambientale. Come sempre, l’Arpa Campania dirà che la qualità dell’aria non è compromessa. Possiamo stare tranquilli, la nube nera come la pece e consistente al punto di poter quasi essere tagliata con un coltello non produce effetti sulla salute. Come dire, continuate a bruciare che tanto non succede niente”.

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