Le mani della mafia sugli appalti: 16 arresti a San Cataldo, c’è anche un carabiniere

di Redazione

Le pattuglie della compagnia dei carabinieri di Caltanissetta e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza nissena hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di sedici persone, indagate a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, turbativa d’asta, corruzione e altri reati contro la Pubblica amministrazione. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, aveva inizio nell’anno 2016 e si proponeva di monitorare i più attuali assetti della famiglia mafiosa di San Cataldo, già oggetto, negli anni, di numerosi provvedimenti giurisdizionali. In tale prima fase delle indagini, eseguite da personale della compagnia carabinieri di Caltanissetta, emergevano gravi forme di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di rimozione dei rifiuti solidi urbani preso il Comune di San Cataldo. Si accertava, in particolare, che il sodalizio mafioso, avvalendosi della propria forza di intimidazione, aveva imposto alla cooperativa “Geo Agriturismo” di San Cataldo che – in Ati (Associazione temporanea di imprese) con la società “Ecolgest”- si occupava del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, la continua assunzione di soggetti organici alla famiglia mafiosa e/o contigui alla stessa i quali, peraltro, spesso percepivano lo stipendio senza svolgere alcuna attività lavorativa.

Le investigazioni hanno, dunque, consentito di elevare diverse contestazioni per estorsione e di ricostruire l’attuale assetto della famiglia mafiosa di San Cataldo al vertice della quale, secondo gli investigatori, si pongono di Calogero Maurizio Vita, Gioacchino Chitè, Massimo Scalzo, Raimondo Scalzo e Luigi Vivacqua, disarticolandone l’organigramma. Le attività di intercettazione eseguite consentivano, inoltre, di accertare che l’ingegner Paolo Iannello, già a capo dell’Ufficio tecnico comunale di San Cataldo, unitamente al figlio, avevano raggiunto accordi corruttivi con Liborio Lipari, amministratore della società “Ecolgest” finalizzati a turbare la regolarità amministrativa della gara ad evidenza pubblica onde consentirne l’aggiudicazione (effettivamente avvenuta) alla ditta “Multiecoplast” di Messina, capofila di Ati con la “Ecolgest” partecipanti alla gara. In relazione a tali ultimi aspetti si registravano convergenze investigative con una ulteriore indagine della Guardia di Finanza nissena, scaturente dall’operazione “Perla nera bis” – che nel mese di ottobre 2017 aveva già portato all’arresto del dipendente pubblico Daniele Silvio Baglio e dell’imprenditore Salvatore Ficarra – giungendosi così a ricostruire l’esistenza a San Cataldo di un “comitato d’affari” composto da funzionari comunali e imprenditori locali, in alcuni casi contigui alla famiglia mafiosa, in grado di condizionare pesantemente le più rilevanti gare d’appalto espletate nel Comune.

Le attività di intercettazione, eseguite dai carabinieri di Caltanissetta, facevano emergere, inoltre, condotte costituenti reato da parte di un militare dell’Arma in servizio alla Tenenza Carabinieri di San Cataldo, il quale, sistematicamente, informava taluni esponenti di vertice del sodalizio mafioso o, in caso di detenzione degli stessi i congiunti dei predetti, circa le attività di indagine poste in essere nell’ambito del presente e di altri procedimenti. Le meticolose indagini, svolte consentivano di cristallizzare a carico del predetto, oltre che varie condotte di rilevazione di segreti d’ufficio e di falso, altresì la più grave imputazione di concorso esterno in associazione mafiosa, in relazione alla quale la Dda di Caltanissetta richiedeva ed otteneva dal gip l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

A seguito delle indagini il gip ha emesso una ordinanza con cui ha disposto l’applicazione delle seguenti misure cautelari. Custodia cautelare carcere per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsioni aggravate nei confronti di Gioacchino Chitè, soggetto organicamente inserito nella famiglia mafiosa di San Cataldo; Calogero Maurizio Di Vita, in atto detenuto soggetto organicamente inserito nella famiglia mafiosa di San Cataldo; Raimondo Scalzo, soggetto organicamente inserito nella famiglia mafiosa di San Cataldo; Massimo Scalzo, soggetto organicamente inserito nella famiglia mafiosa di San Cataldo; Luigi Vivacqua, soggetto organicamente inserito nella famiglia mafiosa di San Cataldo; Cristian Callari Ivan, soggetto contiguo alla famiglia mafiosa di San Cataldo; Alessandro Scalzo, soggetto contiguo alla famiglia mafiosa di San Cataldo; Angelo Giumento, in atto sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari per altra causa soggetto contiguo alla famiglia mafiosa di San Cataldo; Domenico Terenzio, carabiniere in servizio presso la Tenenza di San Cataldo. Custodia cautelare agli arresti domiciliari rispettivamente per estorsione aggravata nei confronti di Raimondi Salvatore, inteso “Maratina”, in atto sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari, soggetto contiguo alla famiglia mafiosa di San Cataldo; per corruzione e turbata libertà degli incanti nei confronti di Liborio Lipari, imprenditore, rappresentante legale della “Ecolgest soc.coop. a r.l.”; Paolo Iannello, ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di San Cataldo; la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per i delitti di corruzione nei confronti di Cataldo Medico, dipendente del Comune di San Cataldo; Davide Francesco Iannello, ingegnere libero professionista, figlio di Paolo Iannello; Salvatore Schifano, dipendente del Comune di San Cataldo; Alfonso Gaetano Ippolito, architetto libero professionista, destinatario di incarichi da parte del comune di San Cataldo.

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