La Direzione investigativa antimafia di Messina, supportata dal centro operativo di Catania, ha proceduto al sequestro di un ingente patrimonio nella disponibilità di Nunzio Ruggieri, imprenditore di Naso (Messina), operante nel settore della macellazione e commercializzazione del pellame, sospettato di essere ben collegato ad elementi di vertice della criminalità organizzata “tortoriciana”. Sigilli ad imprese, 20 unità immobiliari (fabbricati e terreni), 23 mezzi personali ed aziendali, vari rapporti finanziari, anche intestati a soggetti terzi individuati, per un valore complessivo stimato in 9 milioni di euro.
Ruggieri risulta già agli atti di diverse inchieste antimafia perché menzionato dal collaboratore di giustizia Santo Lenzo che lo ha indicato vicino ai Bontempo Scavo. Nel 2002 Lenzo mise a verbale che Ruggeri, tramite Carmelo Armenio “aveva chiesto che fossero incendiati i mattatoi di Sinagra, Barcellona e Giammoro, impegnandosi, nel contempo, a versare 50 milioni di lire all’organizzazione mafiosa” che lo avrebbe verosimilmente favorito. Il raid non andò a termine “per l’opposizione dei rappresentanti della criminalità organizzata barcellonese”.
Nel 2002, insieme ad altre 20 persone, l’imprenditore fu denunciato dalla Guardia di Finanza di Melito Porto Salvo quale utilizzatore di fatture per operazioni inesistenti emesse da una società di San Lorenzo operante nel commercio all’ingrosso di cuoio e pelli; nel 2005, è denunciato dal Nucleo Antifrodi del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari di Roma, in ordine ai reati di falso ideologico aggravato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, e rinviato a giudizio quale legale rappresentante di una società oggi sottoposta a sequestro; nel 2012, a seguito di attività di indagine dei Carabinieri di Sant’Agata di Militello, fu rinviato a giudizio per il reato di usura continuata in danno di un imprenditore agrumicolo. Da ultimo, nel 2016, fu rinviato a giudizio presso la Procura di Patti, per abusivismo finanziario, a seguito di attività d’indagine della Guardia di Finanza di Capo d’Orlando che rivelò l’illecita concessione di mutui con numerose dazioni, tra il 2005 ed il 2010, di somme di denaro per complessivi 794.225 euro.
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