La ‘ndrangheta calabrese fino a Rocca di Papa, ai Castelli Romani. Si è conclusa con quattro arresti l’operazione ‘Gioia Tauro a Roma’, guidata dal procuratore aggiunto della Dda Michele Prestipino. L’indagine, durata due anni, ha svelato la penetrazione della ‘ndrangheta in importanti strutture ai Castelli Romani, in particolare a Rocca di Papa. In carcere l’imprenditore Agostino Cosoleto, il figlio Francesco e Teodoro Mazzaferro, ai domiciliari Maria Luppino. Le accuse sono di intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento di valori in concorso, finalizzato a eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali. Sequestrati beni, società, ditte e immobili, per un valore di circa 4 milioni di euro, tra Gioia Tauro e Rocca di Papa.
L’indagine ha svelato la penetrazione in strutture ricettive della cosca Molè, a cui Agostino Cosoleto sarebbe legato in virtù del matrimonio del figlio Francesco con la figlia di Rocco Molè. Stando a quanto accertato dagli investigatori, Agostino Cosoleto si sarebbe avvalso del figlio Francesco per schermare la proprietà e la piena disponibilità della società ‘il Casale srl’, (le cui quote sono state oggi sottoposte a sequestro preventivo assieme alla ditta ‘Il Redentore’ di Maria Luppino, più altri immobili) al fine di sottrarla a possibili ‘aggressioni’ da parte dell’autorità giudiziaria. Sempre lui, tramite l’intermediazione del cognato Mazzaferro, avrebbe ottenuto, attraverso un contratto di comodato di azienda commerciale, la conduzione di un’attività di ristorazione e bed & breakfast a Rocca di Papa. Nel caso specifico, è Francesco Cosoleto a stipulare un contratto con la società ‘La regina del bosco srl’ in forza del quale ha acquisito la disponibilità di una struttura ricettizia – composta da hotel e ristorante – che aveva la stessa denominazione. Completati tutti i lavori di ammodernamento, la struttura è stata poi inaugurata nel maggio di 3 anni fa con il nome di ‘Ristorante Albergo Il Redentore’.
Sono numerose le intercettazioni tra i protagonisti della vicenda dalle quali emerge chiaramente che Agostino Cosoleto è il ‘dominus’ dell’operazione e l’effettivo titolare e gestore della società “il Casale”, mentre il figlio Francesco è risultato un mero dipendente, in tutto subordinato alle direttive del padre. Ed è fittizia, a parere di chi indaga, anche l’intestazione a Maria Luppino della struttura alberghiera ‘Il Redentore’.
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