Gli agenti della Squadra mobile di Enna hanno arrestato un giovane di Pietraperzia, Cristian Arnone, 20 anni, per tentato omicidio, per minaccia aggravata, per porto e detenzione illegale di armi da sparo, ricettazione e per esplosioni pericolose. Secondo quanto finora ricostruito, la scorsa notte Arnone litigava per l’ennesima volta con la compagna, a causa di futili motivi. Il fratello di lui, che abita nella casa accanto, sentendo i lamenti della cognata, e percependoli come particolarmente disperati rispetto alle altre volte, decideva di intervenire nel tentativo di riappacificare gli animi. Scoppiava, però, una furibonda lite fra i due fratelli. Volavano insulti e qualche schiaffo, poi Christian Arnone si allontanava e andava a prendere una pistola nascosta.
Nel frattempo, il fratello rientrava nella sua abitazione ma, affacciandosi dal balcone, vedeva Cristian ritornare, brandendo una pistola. Quest’ultimo – evidentemente infastidito dalla precedente “intromissione” nella lite con la propria compagna – sparava in aria un primo colpo e poi un altro all’indirizzo del fratello, urlando “Ti ammazzo stavolta!”, ma mancandolo miracolosamente e subito dopo si dava alla fuga. Le pattuglie più vicine in quel momento erano quelle della Questura di Enna, le quali si trovavano proprio a Pietraperzia per particolari servizi di vigilanza. I poliziotti intervenivano subito sul luogo della sparatoria ma dell’uomo con la pistola non c’era inizialmente traccia, a parte un primo bossolo calibro 9 ritrovato sulla strada. C’erano, però, i suoi parenti, sconvolti e terrorizzati. C’era anche la moglie del fratello minacciato, all’ottavo mese di gravidanza, la quale, a seguito del forte spavento, è costretta a recarsi in ospedale per accertamenti medici.
A quel punto da Enna partivano gli uomini della Squadra mobile i quali, in ausilio al personale già sul posto, si lanciavano alla ricerca del fuggitivo. Una sola volante rimaneva presso l’abitazione dei due fratelli ed è proprio al personale di questo equipaggio che, all’improvviso, si presentava il ricercato. Voleva tornare a casa ma i poliziotti lo bloccavano immediatamente. Della pistola, però, non c’era traccia. Così, si svolgevano le prime indagini, si apprendevano tutte le testimonianze dei presenti, in particolare circa la paura del fratello minacciato che, a questo punto, temeva per la propria vita e per quella dei propri familiari. Durante la perquisizione i poliziotti trovavano anche una scatola di 50 cartucce calibro 9; mancavano circa una ventina di proiettili ma il bossolo per terra era verosimilmente uno di questi. Ogni prova veniva sequestrata e l’uomo arrestato per tentato omicidio, per minaccia aggravata, per porto e detenzione illegale di armi da sparo, ricettazione e per esplosioni pericolose. Poi, su disposizione dell’autorità giudiziaria, nella persona del sostituto procuratore Francesco Lo Gerfo, Christian Arnone veniva condotto in carcere.
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