15 persone sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare (tra queste c’è un ricercato) eseguite dai carabinieri di Brindisi con le accuse, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che di reati in materia di armi e contro il patrimonio.
In carcere sono finiti: Giuseppe Antico, 23 anni, di Brindisi, alias “carota o carotino”; Leonardo Di Latte, 34 anni, residente a Carovigno; Nicholas Lanzilotti, 22 anni, residente a Carovigno; Stefano Lospedale, 23 anni, residente a Carovigno, alias “Stefanino”; Cosimo Nacci, 32 anni, residente a Mesagne; Mirco Scatigna, 24 anni, alias “sceriffo” residente a Carovigno. Ai domiciliari: Pasquale Camposeo, 19 anni, residente a Carovigno; Salvatore Carrone, 19 anni, residente a Carovigno; Pierluigi Carlucci, 21 anni, alias “gallina” di Carovigno; Salvatore Lanzilotti, 21 anni, detto “pipiticchio” di Carovigno; Simonetta Misseri, 47 anni, di Carovigno, madre di Nicholas Lanzilotti; Gianmarco Prodi, 26 anni, di Carovigno; Iolanda Saponaro, 41 anni, di Carovigno; Ugo Uggenti, 33 anni, di Carovigno.
Le indagini dei carabinieri hanno coperto un periodo tra luglio e novembre 2017 e furono avviate a seguito di un paio di attentati incendiari commessi ai danni di due imprenditori di Carovigno, presumibilmente con finalità di estorsione. Le investigazioni hanno probabilmente anche impedito la commissione di un omicidio: nell’agosto 2017, i militari, infatti, hanno recuperato nelle campagne carovignesi un fucile e il relativo munizionamento. Da quanto emerso, l’arma sarebbe stata utilizzata per una spedizione punitiva ai danni di un pregiudicato della zona dopo un violento alterco con un’altra persona già nota alle forze dell’ordine. Il fucile era chiamato dagli indagati “la piccenna” (la piccola): si tratta di un Beretta calibro 12 con canna mozzata – risultato rubato nel febbraio 2016 a Laterza (Taranto) – che era stato nascosto in Contrada “Maresca”.
L’attività investigativa ha permesso di documentare un florido giro di spaccio nei comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni e di sequestrare complessivamente due chilogrammi di marijuana e diverse dosi di cocaina, che gli indagati definivano convenzionalmente “pupi”. Si è scoperto che alcuni erano anche dediti ai furti in appartamento e che utilizzavano indebitamente strumenti di credito per approvvigionarsi degli stupefacenti. Ad esempio, uno degli arrestati ha commesso un furto nell’abitazione di una signora di Carovigno dopo aver rotto la finestra della sua abitazione, e se n’è allontanato con una fede in oro, varie medagliette e due Bancocard con relativi codici pin. Successivamente, ha effettuato prelievi in contanti dallo sportello di un istituto di credito con sede a Carovigno (importo di mille euro) e pagamenti tramite Pos in alcuni esercizi commerciali (importo pari a 1.469,26 euro). Importante è definito il ruolo della madre di Nicholas Lanzillotti (Simonetta Misseri) la quale ha aiutato il figlio nell’attività illecita: avrebbe incassato e nascosto i proventi dello spaccio, proceduto al recupero crediti e avvisato il figlio della presenza delle forze dell’ordine nei dintorni della sua abitazione.
Nel corso dell’operazione – che visto impegnati circa 200 carabinieri, anche con l’ausilio di un elicottero e unità cinofile – sono state eseguite dieci perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti indagati non raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare. Quanto alla sostanza stupefacente, si tratta di cocaina (piazzata a 100 euro al grammo), hascisc e marijuana (al prezzo di 10 euro per dose). Per lo spaccio, il gruppo si è avvalso anche della collaborazione di un minorenne (oggi maggiorenne e sottoposto ai domiciliari) cui sono state cedute in diverse occasioni delle dosi affinché le spacciasse.