Di Mondragone e della massiccia presenza di rom bulgari si occupa uno specifico capitolo del recentissimo quarto rapporto “Agromafie e Caporalato” dell’Osservatorio “Placido Rizzotto” (clicca qui). L’Associazione Mondragone Bene Comunale, alla luce del pestaggio subito da un cittadino dopo aver richiamato un gruppo di rom che aveva appiccato un incendio di rifiuti nei dintorni dei Palazzi Cirio (guarda il video, clicca qui), invita il sindaco Virgilio Pacifico a leggere il rapporto, frutto di decine di interviste e di indagini sul campo, per cogliere il fenomeno in tutta la propria complessità, che richiede ben altro approccio rispetto agli sporadici blitz per verificare casi di sovraffollamento abitativo.
Ambc riporta alcuni stralci del rapporto per far comprendere finalmente i termini della questione: “I Rom bulgari insediati stagionalmente – ed in qualche caso emergono anche gruppi che soggiornano ormai tutto l’anno – in provincia di Caserta e in particolare nell’area di Mondragone e comuni limitrofi – provengono dalla regione di Silvan (…). La nostra interlocutrice cita anche la cittadina di Varna (…) come area di provenienza di gruppi Rom soggiornanti a Mondragone (…)”. Il rapporto parla di “reclutatori”, di gruppi di reclutatori che per tempo, in vista dei lavori stagionali, si attivano per recuperare manodopera bulgara: “Ciò che prospetta (il reclutatore) è un lavoro stagionale nel settore agricolo a Mondragone (occupazione non estranea a molti cittadini Rom bulgari, anzi per una parte di essi è l’attività principale), un alloggio (insieme alla sua famiglia, ed anche a nuclei di prossimità) e un contratto di lavoro per poche settimane o per più settimane. Ed anche di un mese o più mesi 2/3, con possibilità di rinnovare il contratto se interessato(…). Si tratta di un pacchetto completo, dice uno degli intervistati (int. 23)”.
Il bracciante deve solo dichiarare quante persone della sua famiglia viaggeranno con lui. Un viaggio facilmente abbordabile con circa 100 euro a persona, da saldare dopo l’incasso della prima retribuzione. Ma possono anche venire a Mondragone con la propria auto, in pullman o con furgoni di capienza 8/9 persone. “(…)Il reclutatore propone il proprio ‘pacchetto d’espatrio’ con il passaparola o attraverso i reticoli sociali (…)”, facendo leva sul miglioramento della propria condizione di vita: “(…) Portandoli a Mondragone gli sta facendo un grande regalo, poiché affievolisce le difficoltà esistenziali, derivanti dalla disoccupazione (…)”.
Anche se il reclutatore successivamente al trasferimento si trasformerà in approfittatore e sfruttatore e il lavoratore rom sarà sfruttato con salari bassissimi e dopo un po’ si troverà a vivere in una condizione di oggettiva emarginazione. “(…)Da diversi braccianti che hanno svolto lavoro stagionale a Mondragone abbiamo appreso – si legge nel rapporto – le loro disavventure e compreso così i meccanismi messi in opera da gruppi delinquenziali allo scopo di sfruttarli (…). L’accordo era di arrivare a Mondragone e lavorare quasi subito, avere anche un’abitazione. Quest’ultima era disponibile, ma dovevano pagarla più di quanto era stato concordato. Ma la prima settimana di lavoro non è quasi mai pagata, poiché viene considerato tempo di prova (…). I lavoratori rom arrivano a Mondragone e vengono sistemati negli appartamenti dei ‘Palazzi Cirio’, in parte già arredati alla meglio (…). Gli appartamenti sono stati già locati da altri gruppi di braccianti (…)”. Per reclutare i braccianti, organizzare il loro trasporto, monitorare la disponibilità abitativa anche a 20/30 persone, mettere in contatto domanda e offerta di lavoro e così via implica la compresenza di gruppi attivi in Bulgaria ed in Italia, presuppone il lavoro di organizzazioni “specializzate”, di un sistema al quale non sfuggono presenze criminali. “(…) La sconfitta della camorra – continua il rapporto – ha determinato dei vuoti di potere che stanno riempiendo gruppi malavitosi di Rom bulgari (…)”. Anche se, come sottolineano i ricercatori, i boss interni alla comunità rom di Mondragone non superano le 5/6 unità.
Il rapporto riferisce, insomma, che gli insediamenti di rom bulgari a Mondragone sono la conseguenza del lavoro di organizzazioni che si muovono nell’uno e nell’altro Paese; che sono il frutto del lavoro di gruppi di reclutatori, che si presentano in Bulgaria con veri e propri pacchetti di espatrio; che il reclutamento massiccio serve per soddisfare la domanda di occupazione dell’intera area (anche se tornano sempre a dormire a Mondragone, nei Palazzi Cirio); che il pacchetto proposto è quasi sempre una truffa (siamo alla borsa della manodopera: lavora chi si piega a guadagnare sempre più di meno); che tra reclutatori, mediatori e caporali, i rom sono sfruttati ed emarginati; che tutto il sistema è impregnato della collusione tra gruppi delinquenziali bulgari e nostrani.
Se le cose stanno così, secondo l’Ambc a poco serve il palliativo del controllo del sovraffollamento abitativo: “Occorre pretendere dal nuovo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, un immediato e massiccio rafforzamento delle forze dell’ordine presenti sul territorio ed una particolare accelerazioni delle indagini in grado di smantellare il traffico che sta a monte di tutto ciò, ma anche di individuare e perseguire chi, alla base del sistema, gode dei favori di tale sfruttamento. E’ in questa direzione che ti devi muovere, caro sindaco Pacifico. Se il vicepremier Salvini riuscirà a passare dalle tante parole quotidiane a qualche fatto concreto, forse anche questa questione potrà essere affrontata con razionalità, sicurezza e solidarietà. Non possiamo lasciare il problema alla sola Cgil e al sindacato o all’azione della Chiesa e dei gruppi di volontariato. I rischi di una degenerazione sono sempre più evidenti”.