“Accontentare tutti”. Con questo diktat il presidente della Basilicata Marcello Pittella, finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sanitopoli lucana per concorsi pubblici e gare truccati, “detta le sue regole partitocratiche, trasmette i suoi elenchi, le sue ‘liste verdi’, le sue direttive”. E’ quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche e video-ambientali nei confronti di dirigenti e figure apicali delle aziende sanitarie coinvolte nello scandalo nelle carte dell’ordinanza di arresto del governatore. Ma indicazioni “sempre mediate”, perché l’uomo – scrive il gip – “è accorto”.
Nel concorso a 8 posti di assistente amministrativo indetto dall’Azienda sanitaria materana – riservato ai disabili -, ad esempio, i “suoi nomi sarebbero quelli contenuti in quella che gli investigatori chiamano “lista verde”: ma non è stato lui a redigerla, bensì la stessa presidente della Commissione, Maria Benedetto. “Quelli verdi – dice, intercettata, – sono di Pittella… Non sono in ordine alfabetico, non vorrei che mi sfuggano… perché veramente mi trovo in difficoltà”.
La donna vede lo stesso governatore il 13 maggio del 2017, un incontro, scrive il gip, dal quale “emerge in maniera incontrovertibile che il governatore Pittella ha ‘suggellato’ l’operato della Benedetto”. E che si tratti di qualcosa di indecente è la stessa donna ad ammetterlo, in un’altra intercettazione: “Per fare questa cosa sto malissimo… io non ci dormo la notte… ma non pensando a cosa può succedere… pensando proprio al mio intimo, come responsabile morale. Hai capito cosa voglio dire?… Qualcuno a me dà fastidio che mi… ribolle il sangue… fare schifo… ti fa vergognare… io preferisco premiare un poveretto che almeno studia qualcosa e lo supera… mi sento io un verme”. Il “dominus” dei concorsi truccati della sanità è, però, secondo gli investigatori, il direttore generale della Azienda sanitaria materana Pietro Quinto, uno dei fedelissimi di Pittella, “totalmente asservito” al suo referente politico senza il “placet” del quale “non fa nulla”: è lui il “collettore delle raccomandazioni”.
Dopo aver piazzato una telecamera nell’ufficio di Maria Benedetto, gli investigatori lo vedono utilizzare “forme di comunicazione proprie di contesti criminali malavitosi”: i pizzini con i nominativi delle persone da raccomandare. Quinto li consegna alla Benedetto “appena rientrato da un fugace incontro nella zona dei Sassi di Matera con il governatore Pittella”. L’ennesima conferma dell'”influenza” esercitata dal presidente della Regione, senza “il suggello” del quale nulla si può muovere nella sanità lucana.