Tav, Salvini contrario allo stop e avverte Conte: “Occorre andare avanti”

di Redazione

Spaccatura nella maggioranza di governo sulla Tav. Il premier Giuseppe Conte si allinea al Movimento 5 Stelle sull’ipotesi di blocco dell’alta velocità Torino-Lione. Contrario invece il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che avverte: “Occorre andare avanti, non tornare indietro”. E aggiunge: “C’è da fare l’analisi costi-benefici. L’opera serve o no, costa di più bloccarla o proseguire?”. Ma Palazzo Chigi smentisce lo stop: “Istruttoria in corso”.

Secondo il leader della Lega, l’analisi sul rapporto costi/benefici dell’annullamento dei contratti dev’essere applicato a tutte le grandi opere: “Questo è il ragionamento che varrà su tutto: la Tap, la Pedemontana, il Terzo Valico”. Una posizione, a quanto pare, non condivisa da Conte, che, dopo aver letto e riletto il dossier Tav, avrebbe ceduto alle pressioni del M5s, la cui base stava vivendo con un certo disagio l’attendismo del movimento. Secondo un sondaggio giunto sulle scrivanie dei vertici pentastellati, l’immobilismo per quanto riguarda Ilva, Tap e Tav potrebbe costare una buona fetta di consenso all’M5s. Che avrebbe quindi deciso di “sacrificare” la Torino-Lione per far digerire ai propri elettori il proseguimento del Tap, il quale oltretutto è quasi impossibile da bloccare a causa di contratti e accordi internazionali che invece non esistono sulla Tav.

Così, dopo le contestazioni al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, quando ha provato a dire che l’alta velocità sarebbe stata solo “migliorata” e non bloccata, Di Maio ha deciso di confermare l’avanzamento del Tap (Conte ne parlerà lunedì a Trump, che aveva chiesto rassicurazioni sull’opera, durante la visita alla Casa Bianca) stoppando invece la Tav. Palazzo Chigi, però, dopo la netta presa di posizione di Salvini getta acqua sul fuoco, precisando che nessuna decisione è ancora stata presa, è che al momento la questione Tav è in fase di istruttoria presso il ministro Toninelli. “Ad ogni modo – sottolineano fonti della presidenza del Consiglio – la soluzione sarà in linea con quella contenuta nel contratto di governo”. Nel quale la chiusura dell’alta velocità non è menzionata, mentre è previsto l’impegno “a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.

Il costo dell’annullamento dell’operazione sarebbe, secondo i Cinquestelle, “solo” di 800 milioni di euro di fondi da restituire all’Europa, ma il vero pericolo è quello di uno scontro a muso duro con la Francia, che potrebbe chiedere risarcimenti per la decisione italiana di bloccare i lavori. Ed è anche per questo che Salvini si schiera contro. E il viceministro dei Trasporti, il leghista Edoardo Rixi, sottolinea in un’intervista a La Stampa come il Carroccio fosse convinto “che loro (il M5s, ndr) volevano ridurre i costi, risparmiare per ricavare risorse da utilizzare in altri investimenti: sui treni locali, ad esempio. Cosa ben diversa è invece bloccare un’opera che consideriamo strategica per l’Italia”. E, soprattutto, la questione non è mai stata discussa approfonditamente tra i vertici di Lega e M5s.

Dalla Francia, intanto, trapelano segnali di nervosismo: “Stamattina – dice Stephane Guggino, delegato generale del comitato francese Transalpine, che promuove la Tav – siamo venuti a sapere delle posizioni italiane. Seguiamo la situazione con grande attenzione, ma onestamente facciamo fatica a vederci chiaro, perché c’è tanta confusione. Lunedì il ministro Toninelli dice che la Tav va migliorata, ora dicono che la vogliono bloccare. Mi chiedo come sia possibile cambiare idea così nel giro di 4 giorni”.

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